Sono questi i principali risultati per la Toscana dell’indagine Excelsior sui fabbisogni professionali delle imprese per l’anno 2008, realizzata da Unioncamere e Ministero del Lavoro.
Gli incrementi occupazionali più consistenti si registrano nel turismo, nei servizi alle imprese e nell’informatica per ciò che riguarda il terziario, nella meccanica allargata e nell’alimentare per quanto concerne l’industria. Le flessioni più consistenti si registrano invece nelle industrie dei beni per la casa, nella moda, nella lavorazione dei minerali non metalliferi e nelle utilities.
A prevedere assunzioni nel 2008 sono il 27,8% delle imprese (+1,2 punti percentuali rispetto al 2006), con un forte coinvolgimento del settore servizi (oltre 55mila assunzioni, pari a una quota sul totale del 73%) e dell’industria (sopra le 20mila unità, il 26%).
Il 44% delle entrate riguarda le micro imprese (1-9 dipendenti), il 19% le piccole (10-49 dipendenti), il 13% le medie (50-249 dipendenti) ed il 24% le grandi (250 dipendenti e oltre).
Cresce la richiesta di laureati e diplomati rispetto al passato, e cresce la domanda di profili maggiormente qualificati: professioni hi-skill da un lato, ad elevato contenuto di conoscenza formale (professioni intellettuali, scientifiche, di elevata specializzazione e tecniche), ed operai specializzati dall’altro, ad elevato contenuto di conoscenza “contestualizzata”, legata cioè in particolar modo alle competenze acquisite attraverso l’esperienza sul posto di lavoro.
Aumenta inoltre il grado di “flessibilità”in entrata del mercato del lavoro regionale: sale la quota dei contratti a tempo determinato (soprattutto nell’industria) e quella degli stagionali (soprattutto nel terziario). Tale maggiore flessibilità si esprime anche in rapporto al contesto italiano, con una quota di contratti a tempo indeterminato inferiore rispetto alla media nazionale (i valori sono pari rispettivamente al 36% ed al 47% sul totale delle assunzioni “stabili”). Diminuiscono le difficoltà di reperimento nell’industria, pur continuando ad interessare 1 assunzione su 3, e si riduce corrispondentemente anche la domanda di immigrati.