Uno studio dell’Università degli Studi di Firenze rivela che in Toscana le imprese sono sempre più multietniche e guidate da stranieri. La mappatura delle aziende toscane gestite da stranieri confronta i valori attuali con quelli parziali rilevati nel 1999, ma i cinesi rimangono in testa con 7.029 imprese.
ATLANTE. “L’atlante dell’imprenditoria straniera in Toscana” è una ricerca che è stata fatta dalla professoressa Margherita Azzari, docente di studi storici e geografici, con la collaborazione della Confesercenti e della Regione Toscana.
PRESENTAZIONE. Il volume è stato presentato oggi a Palazzo Strozzi Sacrati dall’assessore al welfare Salvatore Allocca, alla presenza del direttore della Caritas Firenze Alessandro Martini e Izzedin Elzir, responsabile delle imprese straniere per la Confesercenti Firenze ed imam della città.
ALLOCCA. L’assessore Allocca ha sottolineato che l’atlante è uno strumento di grande utilità per comprendere un fenomeno che sta acquisendo dimensioni importanti in tutta la Toscana e che mette in luce la volontà dei singoli individui di ricercare propri spazi all’interno del mercato.
ELZIR. Izzedin Elzir ha dichiarato che lo studio condotto dall’Università di Firenze si rivela “uno strumento importante che ci permette di governare l’immigrazione e non di esserne governati, nella consapevolezza che gli immigrati fanno parte del tessuto socio-culturale della Toscana, e ne sono cittadini di fatto”, ha concluso Elzir.
NUMERI. Il dato che emerge dalla mappatura realizzata dal Laboratorio di geografia applicata dell’Università di Firenze conferma il vigore della capacità imprenditoriale in Toscana dei cittadini provenienti da altri Paesi. Rispetto al 1999, anno in cui le imprese individuali erano circa 7.600, questo numero è aumentato andando oltre le 32 mila aziende nel 2008, di cui 10.000 a Firenze e 5.000 a Prato.
STRANIERI AL COMANDO. Ma nell’arco di questi anni non si è verificata solo la crescita ma anche una mutazione che riguarda l’origine del fenomeno in quanto, mentre nel 1999 più di un terzo delle aziende “straniere” era gestito da cittadini delle regioni del mondo avanzato, oggi il contributo delle economie avanzate ha subito un arresto facendo cresce a dismisura quello dei cittadini provenienti dall’ex secondo e terzo mondo.
CRESCITA. I paesi che sono cresciuti maggiormente, cioè 18 volte rispetto al 1999, sono quelli europei ex socialisti, specialmente albanesi e romeni; per quanto riguarda, invece, quelli nordafricani, quali marocchini e tunisini, questi sono cresciuti sette volte rispetto al 1999 toccando quota 4.673 aziende. Anche le imprese di altri paesi africani sono cresciute di sette volte passando da 387 a 2.745 imprese.
I CINESI VINCONO ANCORA. Riassumendo, quindi, quasi l’83% delle imprese hanno un titolare proveniente da queste aree geografiche: al primo posto restano i cinesi con 7.029 imprese, seguono gli albanesi con 5.114 aziende, i romeni con 4.259 imprese e i marocchini con 3.489 aziende. Queste quattro nazionalità insieme riescono a coprire circa il 73% del totale.