Marco Banchelli, in veste di portavoce dello sport, ne proclama i più alti valori. Nell’aprile 2012, durante un viaggio organizzato dal Comitato Toscano di Solidarietà con il Popolo Saharawi, lui e sua figlia Claudia avevano posto al centro dell’attenzione il “softball”. Adesso, dopo quasi due anni, il Comitato ha organizzato un altro viaggio e Banchelli è andato personalmente a verificare se il gioco stesse continuando a sollecitare l’interesse della popolazione (doveva, inoltre, consegnare il regolamento del gioco in lingua spagnola gentilmente fornito da Stefano Pieri del Comitato FIBS della Toscana).
RISULTATI. Il viaggio di verifica ha portato grandi soddisfazioni, sia a Banchelli che al calenzanese Pierluigi Martinelli, capo delegazione. Infatti, com’è stato constatato, il gioco si è saldamente ancorato nella Scuola “Walda Muhamad Alì” di Mijek. La soddisfazione più grande, però, l’hanno avuta nel vedere con quanta cura gli insegnanti e i bambini hanno trattato il materiale da gioco del “kit” della Federazione Italiana di cui furono forniti. Così si è espresso Banchelli al riguardo: “C’era un qualcosa di molto ricco in quella povera ma dignitosissima stanza-ripostiglio di attrezzature sportive. Qualcosa di cui troppo spesso, nelle nostre scuole e nelle nostre squadre, ci scordiamo… qualcosa molto vicina all’impegno della riconoscenza, all’amore…”.
IN MEMORIA DI NELSON MANDELA. Insieme a Saleh Hasanna (funzionario provincia Auserd) e a Isalmu Lagdaf (professore di educazione fisica), è stata presa la decisione di continuare la pratica del “softball”, creando una vera e propria squadra della scuola, dedicata alla memoria e all’esempio di Nelson Mandela.