venerdì, 29 Marzo 2024
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Cinque suicidi e sovraffollamento: il 2010 delle carceri toscane

Cinque suicidi, 155 tentati suicidi, 787 atti di autolesionismo, 582 detenuti in sciopero della fame e 20 aggressioni ai poliziotti penitenziari: questi i numeri del 2010 nelle carceri toscane resi noti dalla Uil Pa penitenziari. Ma non solo: negli istituti della regione si è registrato un sovraffollamento medio del 41,1%.

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“Al 31 dicembre 2010 in regione erano presenti 4.494 detenuti (4.303 uomini, 191 donne), con una media dell’indice di sovraffollamento attestata al 41,1%. Il carcere di Sollicciano (89,5%)  è la struttura più affollata della regione, seguita da Pistoia (83,8 %, Pisa (76,9 %) e Lucca (74,3 %)”.

I NUMERI. Sono i numeri sul 2010 nelle carceri resi noti dalla Uil Pa penitenziari. “Nel 2010 – continua la nota della Uil Pa – nei penitenziari della Toscana si sono registrati cinque  suicidi (2 a Sollicciano; 1 a Livorno, Massa e Pistoia). I tentati suicidi ammontano a 155 (47 nel solo carcere di Livorno). 23 i detenuti salvati in extremis dalla polizia penitenziaria. Gli atti di autolesionismo – elenca Eugenio Sarno, Segretario Generale della Uil Pa Penitenziari – assommano a 787 (302 nel solo Sollicciano) . I detenuti che hanno fatto ricorso, in segno di protesta, a scioperi della fame sono risultati essere 582. Gli atti di aggressione avvenuti nei confronti dei poliziotti penitenziari sono stati in totale 20 (4 a Sollicciano; 3 a Livorno; 2 a Massa, Pisa, Porto Azzurro, Prato, San Gimignano; 1 a Arezzo, Montelupo, Lucca)”.

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SARNO. “La presenza di 1.308 detenuti in più rispetto alla capacità ricettiva massima degli istituti di pena toscani, rilevata al 31 dicembre, è la fotografia più nitida dell’universo carcere  e dell’ anno che si è lasciato alle spalle. – commenta Sarno – oggi il nostro intento è solo quello di dare i  numeri, che nella loro spietata freddezza possono valere più di qualsiasi commento, con l’auspicio che possano trovare giusta attenzione ed analisi nelle redazioni dei media perché si contribuisca ad affermare una coscienza sociale rispetto al dramma penitenziario che, in tutta evidenza, non trova sufficiente attenzione da parte della quasi totalità del ceto politico, sempre più insensibile e distante verso  una delle più drammatiche questioni sociali del Paese. In ogni caso, consapevoli  che lo straordinario impegno e l’elevata professionalità di tutti gli operatori penitenziari hanno impedito il definitivo collasso del sistema, non perdiamo la speranza che prima o poi i politici, Alfano in testa, possano decidere di impegnarsi seriamente alla ricerca delle soluzioni…. Semmai in prossimità di qualche campana elettorale”.

MOBILITAZIONE. Il futuro, dunque, preoccupa e non poco la UIil dei baschi azzurri, che “è pronta alla mobilitazione”. “Abbiamo ripetutamente denunciato la grave situazione che si abbatte sulle incolpevoli spalle della polizia penitenziaria, soprattutto in alcune realtà come Prato, Sollicciano e Livorno. Oramai, stante la carenza di personale, è accertata l’impossibilità di godere dei diritti soggettivi  e di lavorare in condizioni dignitose e sicure e con turni compatibili . E’ chiaro – conclude il Segretario Generale della Uil Pa Penitenziari – che di fronte a questa triste realtà, permanendo le attuali condizioni, potremmo non avere alternative alla strada della mobilitazione. Il personale è stanco e  sfiduciato, allo stremo delle energie psico-fisiche. Nelle sezioni detentive il rapporto è un agente contro un centinaio di detenuti. Le traduzioni sono sistematicamente effettuate con scorte sottodimensionate. A rendere più difficile  la situazione concorre anche la determinazione di alcuni dirigenti di non attenersi ad un modello di relazioni sindacali corrette. Su tutte la Direzione di Sollicciano. Bisognerebbe comprendere che la partecipazione condivisa aiuta a risolvere; arroccarsi nei fortini del potere, invece, isola e rende le cose molto più complicate”.

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