sabato, 20 Aprile 2024
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Commercio, un 1° novembre con lo sciopero

Il 1° novembre è stata indetta una giornata di sciopero in tutta la Toscana. Barducci: ''Considero del tutto legittimo lo sciopero indetto dai sindacati''.

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Commercio, sciopero il 1° novembre in Toscana.

LO SCIOPERO. Nei giorni scorsi le segreterie regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uilhanno proclamato un’intera giornata di sciopero a livello regionale per il 1° novembre, aderendo – viene spiegato – “ai contenuti e alle motivazioni dell’iniziativa dell’area fiorentina in merito alla ripresa di un confronto a 360° sulle aperture domenicali e festive dei negozi ed in vista di scelte unilaterali di alcuni punti vendita di aprire anche per la festività di ognissanti”. Il riferimento è all’iniziativa dei sindacati del commercio di Firenze, che sabato scorso avevano unitariamente “denunciato l’abuso delle aperture domenicali e festive”. “L’abuso dei calendari di apertura – scrivevano tra l’altro in un comunicato stampa – mette a dura prova la resistenza di chi deve lavorare per una magra maggiorazione di 15 euro, lasciando a casa la famiglia i bambini, e rinunciando agli amici, per ritrovarsi in giorno di riposo quando tutti gli altri lavorano o sono a scuola”.

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BARDUCCI. E ora sulla vicenda è tornato anche il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci. “Anche tra gli economisti più ortodossi si comincia a capire che non si esce dalla crisi sfruttando sempre di più i lavoratori – spiega il presidente della Provincia – Questa è una visione arretrata dei processi economici che comincia a traballare anche nei paesi asiatici. Del resto lo dimostra l’esperienza italiana di questi ultimi mesi: la dilatazione degli orari e del calendario di apertura dei negozi non ha prodotto nessun aumento delle vendite e nemmeno la grande distribuzione ha aumentato i fatturati. Quello dei commessi e delle commesse è stato un sacrificio inutile”. “Ecco perché considero del tutto legittimo lo sciopero indetto dai sindacati per il primo giorno di novembre – aggiunge Barducci – se non cambia la legge, e io mi auguro che la Corte Costituzionale cancelli quanto prima questa ingiustizia, questo è l’unico modo per tutelare i diritti e la dignità dei lavoratori del commercio”.

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