Sembra che il fondale marino su cui giace la Concordia all’Isola del Giglio, sia in buone condizioni. Quello che preoccupa, è la presenza di tensioattivi e ammoniaca.
IL FONDALE. Sotto la Concordia si cela un vero e proprio paradiso naturalistico e di straordinaria importanza. Gorgonie gialle, rosse e brune, coralli neri, posidonie, spugne e perfino la rarissima gorgonia dorata. Un fondale ricco di colori e vegetazione, si nasconde all’Isola del Giglio e, adesso, sotto la nave. Il rapporto di Greenpace sullo stato delle acque gigliesi ha dato risultati tutto sommato positivi. I fondali marini ricchi di biodiversità, stanno bene. Ma a preoccupare, è altro.
L’ACQUA. Con il rapporto ”Come sta il mare del Giglio?”, Greenpace intende fotografare lo stato attuale dei fondali e valutare la possibile contaminazione in corso. I coralli stanno bene, ma nell’acqua è stata rilevata una presenza significativa di tensioattivi e ammoniaca superiore ai valori di riferimento per la dispersione di detergenti e disinfettanti.
UN PATRIMONIO AMBIENTALE. ”Il Giglio – spiega Alessandro Giannì, direttore delle campagne dell’associazione – è un un patrimonio ambientale che avremmo dovuto custodire meglio. Bisogna fare di più per tutelare l’area nel cuore del Santuario dei cetacei”. Per Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento, l’esito delle analisi ”non è allarmante ma sembra indicare che una contaminazione potrebbe già esserci”. Greenpeace chiede una campagna di monitoraggio dell’acqua potabile dell’isola dopo aver attestato ”la presenza di tracce di idrocarburi pari a 82 microgrammi per litro, in un campione di acqua potabile di un esercizio commerciale del porto”.
LA SCATOLA NERA. Questa mattina a tribunale di Grosseto, è iniziata l’udienza in cui i periti nominati dal gip Valeria Montesarchio, hanno avviato l’esame concreto della ”scatola nera” della Concordia. Le operazioni sono iniziate con il controllo degli apparati informatici e tecnici, oltre che della documentazione cartacea squestrata. Tutta l’attività verrà filmata da un gruppo specializzato della Guardia di Finanza. Gli scatoloni contenenti gli apparati della ”scatola nera”, sono circa una ventina.
I QUESITI. Sono 50 i quesiti sul naufragio della Costa Concordia avanzati dal Gip Valeria Montesarchio lo scorso 3 marzo alla maxiudienza e ai quali dovranno rispondere i periti incaricati. I quesiti sul naufragio della Concordia sono di varia natura e mirano ad accertare la rotta seguita dalla nave, le carte nautiche presenti a bordo, la presenza e il funzionamento di sistemi di rilevazione degli ostacoli e di strumenti di emergenza e sicurezza, la falla sullo scafo e gli effetti che ha prodotto.
LE NORME. Il gip Montesarchio ha chiesto inoltre di verificare il rispetto delle norme nella progettazione e costruzione della nave, la conformità della manutenzione, le comunicazioni e le azioni intraprese dopo la collisione dal comando di bordo, dai membri dell’equipaggio e dall’Unità di crisi della Costa Crociere. Entro 90 giorni i periti dovranno fornire risposta ai tanti quesiti, effettuando verifiche sulla Concordia e accertando tutte le responsabilità connesse al naufragio.
LE INDAGINI. Intanto proseguono le indagini della Procura di Grosseto per raccogliere ulteriori elementi e testimonianze in vista del processo. Anche ieri sono stati condotti diversi interrogatori ai testimoni di quanto accadde il 13 gennaio in plancia di comando subito dopo l’impatto con gli scogli.
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