La Concordia, naufragata lo scorso 13 gennaio, si sta muovendo a 7 mm costanti l’ora, millimetri che possono diventare 15 a prua. Una situazione che potrebbe peggiorare visto che sono attese forti mareggiate e molto vento. La sospensione delle ricerche è arrivata anche per non mettere in pericolo di vita i sommozzatori che, se la nave si inabissasse, verrebbero travolti dal relitto. Continua invece il lavoro subacqueo del robot Rov dei Vigili del Fuoco, che sta sondando i fontali alla ricerca di altri eventuali corpi. Il robottino sta perlustrando l’area esterna del mare sia a poppa che a prua del relitto, ma non può entrare all’interno della nave in ragione delle sue dimensioni. Il ‘Rov’, spiegano i vigili del fuoco, sta anche registrando immagini e dati e verificando i punti di appoggio della Costa Concordia.
CONTINUA LA CORSA CONTRO IL TEMPO. La speranza di trovare ancora qualche superstite è più forte di qualsiasi cosa. La volontà dei soccorritori di non far diventare la nave una bara sommersa è veramente tanta. Per questo stanno facendo di tutto per accelerare le ricerche utilizzando qualsiasi mezzo necessario. Sul relitto della grande nave da crociera, precisamente sul fianco sommerso, i palombari del Gos hanno aperto altri quattro varchi che insieme ai precedenti sono in tutto undici. Undici ‘fori’ che servono per agevolare l’ingresso dei sub all’interno del ‘gigante’ squarciato da un errore umano. E la nave continua a rimanere li, nel fondale dell’isola del Giglio, tra gli appuntiti scogli delle ‘Scole’.
LA CASSAFORTE. Ieri, mentre la Smit Salvage di Rotterdam attendeva l’inizio dell’operazione di surriscaldamento del carburante e la successiva rimozione che avverrà solo quando le ricerche saranno concluse, i sommozzatori dei carabinieri hanno avuto l’ordine dalla procura di prelevare la cassaforte dalla cabina di comando. Ma l’operazione non è riuscita. La cabina si trova nella parte immersa alla fine del ponte di comando. Non sono riusciti ad entrarvi, visto che la porta è bloccata dalla forte pressione esercitata dall’acqua. I carabinieri cercano anche di verificare una delle ultime affermazioni del comandante Schettino che ha detto di aver tirato l’ancora quando ancora era in movimento per rendere omaggio all’isola del Giglio con il cosiddetto ‘inchino’. Manovra che non troverebbe riscontro, allo stato, dalle verifiche del sommozzatori dell’Arma. E intanto la nave resta li, quasi come una balena addormentata su un fianco, immobile e osservata a vista. Giace solo su una lingua di scoglio. Dopo c’è solo l’abisso, che l’aspetta incombente, mentre il mare grosso e il vento stanno raggiungendo l’Isola del Giglio.
ECCO LE FOTO DEI VIGILI DEL FUOCO A LAVORO NELLA SESTA GIORNATA DI RICERCHE:
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PERICOLO INABISSAMENTO. Solo un’imbracatura della nave potrebbe scongiurare il temuto inabissamento. Fermarla e fissarla agli scogli, sarebbe l’unica soluzione per evitare l’immersione totale. Ma insieme a questa ipotesi arrivano altri suggerimenti come l’ancoraggio alla terraferma con funi d’acciaio o il posizionamento di ‘rostri’ sul fondo del mare. Ma questo precario equilibrio della nave, il ‘filo’ sottile che la tiene aggrappata alle ‘Scole’, sembra non destare troppe preoccupazioni alla Smit Salvage che si sta preparando ad intervenire per lo svuotamento dei serbatoi. Con loro, gli specialisti del rischio inquinamento: la Castalia e un’azienda pugliese in grado di intervenire in caso di sversamento di carburante in mare. L’operazione potrebbe venir anticipata solo se viene decretata la fine delle ricerche dei dispersi. La serata di ieri si è conclusa con i riflettori puntati sulla nave ‘a pancia in su’, con tutto il resto immobile. Ma stamani qualcosa si è mosso, ed è stata proprio la nave.
Vento forte e mare mosso: la situazione all’isola del Giglio
Giglio, identificate due vittime. Schettino sospeso da Costa / VIDEO – FOTO