mercoledì, 11 Dicembre 2024
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Coronavirus: l’indice Rt nelle regioni e il livello di rischio secondo l’ISS

Cosa dice il rapporto settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. Tra 7 giorni i dati per il via libera agli spostamenti tra regioni

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Tutte sotto la soglia psicologica (Rt 1), eccetto la Valle d’Aosta. L’indice di trasmissibilità Rt però non serve a stilare una pagella delle regioni più a rischio coronavirus, mette in guardia l’ISS, l’Istituto superiore di sanità, che ha presentato il rapporto settimanale sull’andamento dell’epidemia in Italia. In base al prossimo report, il 29 maggio, il governo stabilirà tra quali regioni a  basso e medio rischio saranno consentiti gli spostamenti: per capire la reale situazione non basterà solo l’indice Rt regione per regione, ha spiegato il presidente dell’ISS Silvio Brusaferro, ma andranno incrociati diversi dati.

Il monitoraggio sul coronavirus, ogni settimana, si riferisce infatti a 21 parametri diversi, dal numero di tamponi effettuati, allo stato di salute dei sistemi sanitari regionali e delle terapie intensive, fino all’indice di trasmissibilità Rt che durante la fase 2 ha sostituto l’indice R0 perché prende in considerazione anche il contesto delle contromisure per limitare l’infezione.

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Il livello di rischio medio-basso nelle regioni: Italia a più velocità per il coronavirus

Ecco la buona notizia: “la curva epidemica è stabile ed in calo”, ha spiegato Brusaferro, con i contagi da coronavirus in diminuzione in tutte le regioni. Il Covid-19 però continua a circolare e non bisogna abbassare la guardia perché rimangono “differenze tra le regioni che dividono sostanzialmente in tre aree il paese”. Nonostante questo, i picchi che si sono registrati nelle ultime settimane in Molise e Umbria sono rapidamente rientrati, sintomo che c’è una capacità di risposta in tempi brevi.

Non deve sorprendere il dato della Valle d’Aosta (l’indice Rt più alto in Italia a 1,06) perché questo valore – ha chiarito l’ISS – può salire molto con pochi casi in più, registrati in un’area dove il virus ha circolato poco. Insomma, usando una metafora, gli strumenti utilizzati sono molto sensibili e anche un numero limitato di contagi può far squillare il campanello d’allarme, perché è importante agire tempestivamente.

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E’ troppo presto inoltre per capire gli effetti delle riaperture della fase 2. L’Istituto Superiore di Sanità non esclude che nelle prossime settimane ci possa essere un aumento dei contagi,  “ma sapendo che abbiamo un sistema capace di intercettarli”, ha aggiunto il presidente dell’ISS Brusaferro.

Coronavirus: l’indice Rt regione per regione

Ecco quindi in sintesi i principali dati sul livello di rischio delle diverse regioni diffusi dall’ISS: qui sotto viene indicata prima la stima dell’indice Rt, poi l’incidenza settimanale del coronavirus su 100 mila abitanti e infine la situazione negli ospedali. Come detto per valutare il livello di rischio delle regioni, vanno presi in considerazione tutti i 21 parametri del report.

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  • Abruzzo Rt 0,86
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Basilicata Rt 0,63
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Calabria Rt 0,17
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Campania Rt 0,45
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Emilia Romagna Rt 0,46
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Friuli Venezia Giulia Rt 0,63
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Lazio Rt 0,71
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Liguria Rt 0,52
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Lombardia Rt 0,51
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Marche Rt 0,48
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Molise Rt 0,51
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Piemonte Rt 0,39
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Provincia autonoma di Bolzano Rt 0,45
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Provincia autonoma di Trento Rt 0,77
    incidenza a livello alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Puglia Rt 0,56
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Sardegna Rt 0,27
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Sicilia Rt 0,69
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, 1 allerta segnalata
  • Toscana Rt 0,59
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Umbria Rt 0,53 
    incidenza a livello basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Valle d’Aosta Rt 1,06
    incidenza a livello medio-alto
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta
  • Veneto Rt 0,56 
    incidenza a livello medio-basso
    stato dei servizi sanitari, nessuna allerta

Il rapporto ISS su Rt e livello di rischio delle regioni

Da questo link è possibile scaricare in pdf il report dell’Iss del 22 maggio.

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