Un dipendente della Costa ha dichiarato di aver chiesto soldi per non rilasciare un’intervista sul naufragio a Le Iene. L’uomo è adesso indagato per estorsione.
L’ESTORSIONE. Il sostituto procuratore Cristina Camaiori ha iscritto nel registro degli indagati un dipendente della Costa con l’accusa di estorsione nei confronti della stessa azienda. L’uomo avrebbe chiesto i soldi per non rilasciare interviste diffamatorie sui fatti relativi al naufragio della Concordia. Al pm ha confessato di essere stato contattato dalla trasmissione ”Le Iene” per un’intervista sul naufragio, sostenendo che gli erano stati offerti dei soldi per rilasciare le dichiarazioni. A quel punto il dipendente avrebbe contattato i vertici della Costa per farsi pagare da loro e non farsi intervistare. Il fatto è accaduto lo scorso febbraio.
SULL’ISOLA. Intanto, ieri pomeriggio il Prefetto Franco Gabrielli, è stato sull’Isola del Giglio per incontrare gli abitanti e fornire loro, come ogni settimana, informazioni sulle attività in corso e su quelle programmate. Nel frattempo, si aspettano ancora i risultati del test del Dna.
LA SCATOLA NERA. La scatola nera a bordo della nave smise di funzionare alle 23.36 del 13 gennaio, circa due ore dopo l’impatto contro gli scogli dell’Isola del Giglio. E’ questo quello che emerge dall’esame del Voyage data recorder (Vdr) della Costa Concordia. Da quell’ora in poi, dunque, non furono più registrate le condizioni della nave. Alle 23.36 era ancora in corso l’evacuazione dei passeggeri.