Stress da lavoro al bando dall’inizio del nuovo anno. A stabilirlo è nientemeno che una circolare del Ministero del Lavoro. Tutti i datori di lavoro, pubblici o privati che siano, hanno adesso l’obbligo di valutazione lo stress, monitorando i propri dipendenti. Per appianare tutti i fattori di rischio: dagli orari, ai turni, alla carriera, alla precarietà e finanche agli attriti tra colleghi.
COS’E’ LO STRESS DA LAVORO. Ma partiamo dall’inizio, dalla definizione dello stress lavoro-correlato. Innanzitutto è necessario individuare “indicatori oggettivi e verificabili” di vario tipo, dall’indice di infortuni alle “specifiche e frequenti lamentele formalizzate da parte dei lavoratori”, dai turni ai “conflitti interpersonali al lavoro”, dalla corrispondenza tra le competenze dei lavoratori e ciò che viene richiesto loro.
RISCHIO. Se risultassero elementi in grado di causare stress, si passa alla seconda fase, cioè all’adozione di “opportuni interventi correttivi” e se la situazione non dovesse migliorare, alla “valutazione approfondita” attraverso “questionari, focus group e interviste semi-strutturate”.
LESIONI. “In caso di mancata rimozione dei fattori di rischio di stress – sottolinea Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” – il datore di lavoro può essere accusato di lesioni, lesioni colpose o maltrattamento.