Ultimo giorno disponibile per lo shopping natalizio. I ritardatari si stanno riversando in strade e negozi a caccia di strenne e specialità da portare in tavola tra stasera e Natalino. Quasi la metà degli italiani passerà in cucina dalle 3 alle 5 ore solo per il cenone. Ma l’Aduc mette in guardia: attenzione a cosa mangiate.
PENTOLE E FORNELLI. Secondo un sondaggio online condotto dal sito www.coldiretti.it, il 45% delle famiglie italiane dedicherà alla preparazione del menù della tavola di Natale tra le tre e le cinque ore. E una su 10 passerà tra pentole e fornelli dalle 5 alle 8 ore.
REGALI GUSTOSI. Peraltro quest’anno i regali più ambiti sono proprio quelli enogastronomici. E sono anche i meno “riciclati”. Secondo la Coldiretti gli italiani spenderanno 2,8 miliardi di euro per pranzi, cenoni di Natale, Vigilia e Santo Stefano con un aumento dello 0,3 per cento rispetto allo scorso anno. Immancabili su tutte le tavole il panettone o il pandoro e lo spumante italiano, ma si segnala la vittoria dei piatti più tradizionali rispetto alle esterofile ostriche e caviale.
ATTENZIONE. A tal proposito l’associazione dei consumatori Aduc mette in guardia su ciò che mettiamo nel piatto. Il salmone, ad esempio, re delle tavole natalizie “probabilmente non ha mai visto i fiumi della Scozia, della Norvegia o dell’Irlanda – spiega l’Aduc – perché è stato allevato, con farine animali; quello affumicato poi non ha mai visto legna da ardere né il relativo fumo, perché è stato siringato con un aroma al fumo (consentito dalla legge). Se proprio vogliamo il salmone affumicato col metodo classico, dobbiamo osservare le etichette e leggere ‘affumicato con legna’, oltre che individuare il Paese di origine e le modalità di allevamento”. Attenzione anche ai vinelli frizzanti “fatti passare come spumanti: è semplice vino bianco con aggiunta di un gas, l’anidride carbonica”.
FINTO CAVIALE. Che dire poi del finto caviale, cioè delle uova colorate di un comunissimo pesce che i consumatori riconosceranno, dopo averlo comprato, perché perde il colore sulla tartina? Insomma, meglio tornare al buon vecchio bollito e ai prodotti di casa nostra.