domenica, 15 Dicembre 2024
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”Firenze non è un dormitorio”: i locali lanciano la wiki-movida

Dallo Slowly al Negroni, per passare al Moyo, al Rifrullo fino alla Cité: i principali luoghi in cui si accende la “movida” di Firenze vanno al contrattacco e chiedono un confronto con l'amministrazione e maggiori controlli.

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Dallo Slowly al Negroni, per passare al Moyo, al Rifrullo fino alla Cité: i principali luoghi in cui si accende la “movida” di Firenze vanno al contrattacco e chiedono un confronto con l’amministrazione comunale e maggiori controlli.

L’INIZIATIVA. Questa mattina l’associazione Vivacity, che raccoglie i locali notturni del centro, ha presentato “Buona notte, Firenze”, un libro bianco che raccoglie le testimonianze dei club cittadini. E nelle prossime settimane i locali del centro storico lanceranno una “wikimovida”, una piattaforma web aperta alle proposte di tutti i locali del centro storico fiorentino. Ogni realtà potrà mettere in rete le sue proposte “per cercare di contrastare la desertificazione della vita notturna fiorentina ed il tentativo da parte di molti di trasformare la viva Firenze in una città dormitorio”, ha spiegato Daniele Locchi, presidente dell’associazione  e proprietario del Negroni Bar.

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I PROBLEMI. I locali sono accusati di essere la causa del degrado, della sporcizia per le strade e del rumore notturno. “Ma per eliminare questi problemi – affermano i proprietari – è necessario intervenire non solo con delle restrizioni, ma con maggiori controlli”.

FIRENZE COME UN DORMITORIO. “Le attività commerciali come le nostre hanno diritto di vivere – sottolinea Massimo Bencini (Rifrullo) – bisogna uscire dalla logica che i residenti non vogliono i locali e i locali sono lì solo per fare ubriacare”. Fatto ribadito anche da Daniele Locchi: “si rompa la folle idea che Firenze sia una città regolamentata come un dormitorio”, dice.

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LE PROPOSTE. Alberto Becucci (La Cité) chiede di: “individuare criteri oggettivi per trovare una via di mezzo tra il diritto della vita civile e il diritto alla quiete notturna. Il regolamento comunale sulla quiete pubblica è troppo vago. Ci sono definizioni troppo ampie di disturbo che ci pongono in continuazione a rischio sanzioni”. I locali si sono detti disponibili a collaborare per una gestione dell’ordine pubblico e ambientale migliore, a patto che si introducano maggiori controlli, da parte delle forze dell’ordine. Altra richiesta: limitare la vendita di alcol e di bevande in vetro da parte di abusivi e nei mini-market dove è possibile acquistare alcolici a prezzi stracciati fino a tarda notte.

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