“Stiamo pensando di intervenire, in via del tutto straordinaria ed eccezionale, attraverso convenzioni con Anci, Ufficio scolastico regionale e Comuni” afferma oggi l’assessore regionale all’istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini, rivolgendosi a sindacati della scuola ed enti locali. L’incontro con gli interlocutori interessati è già stato fissato per mercoledì prossimo.
Come da tempo annunciato, la scuola ricomincia in Toscana con 1700 insegnanti e 750 addetti non docenti in meno a causa della riduzione degli organici previsti dal ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. “Siamo preoccupati – ha detto l’assessore – perchè siamo convinti che i provvedimenti decisi dal governo sono destinati a portare un abbassamento dei servizi e della qualità della scuola, che si rivela particolarmente grave per la scuola dell’infanzia e per la primaria e che porterebbe alla desertificazione delle piccole realtà, soprattutto montane, con gravi conseguenze anche sul piano sociale”.
L’assessore precisa comunque che “la Regione non intende sostituirsi a competenze che sono dello Stato e a problemi che è lo Stato a dover risolvere. D’altra parte riteniamo intollerabile che, dopo aver assicurato l’asilo nido al 31% dei bambini da zero a tre anni, nella fascia di età successiva questi stessi bambini restino privi del servizio”. E rincara sollecitando il governo a rimpinguare i fondi per la scuola, provvedendo anche a definire degli ammortizzatori sociali per il personale precario che è rimasto alla porta.
Nel frattempo all’orizzonte si profila un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale contro i regolamenti del ministero che intervengono sul riordino organizzativo di scuola per l’infanzia e a primaria e costituiscono, nelle parole dell’assessore, un’invasione di campo rispetto alle prerogative regionali sul dimensionamento.