giovedì, 18 Aprile 2024
- Pubblicità -
HomeSezioniCronaca & PoliticaUna nuova vita per la...

Una nuova vita per la Galleria Carnielo di Firenze

Chiusa ormai da anni, la Galleria Carnielo di Firenze si prepara a rivedere la luce grazie ad un progetto che vede la collaborazione del Comune e dell’Accademia delle Belle Arti

-

- Pubblicità -

La Galleria Rinaldo Carnielo di Firenze riaprirà al pubblico grazie ad un protocollo dell’Accademia delle Belle Arti. Una concessione di uso gratuito per 50 anni firmata dal Comune che si impegna alla riqualificazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale e immobiliare.

Il progetto

Di lavoro ce ne sarà da fare, il progetto conta un valore globale di più di un milione di euro, prevede interventi di riqualificazione e adeguamento funzionale necessari a rendere l’edificio idoneo alle sue funzioni. Il tutto con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio monumentale e artistico in modo che sia a disposizione del pubblico.

- Pubblicità -

L’Accademia delle Belle Arti utilizzerà l’immobile, che resta di proprietà pubblica, per le proprie attività didattico-artistiche, impegnandosi a provvedere alle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria oltre a quelle di custodia, conservazione e fruizione delle opere della collezione Carnielo, finalmente di nuovo visibili dal pubblico.

La storia della Galleria Carnielo di Firenze

La Galleria situata in piazza Savonarola fu la casa-studio di Rinaldo Carnielo, artista che si traferì a Firenze nel 1870 e acquistò la palazzina nel 1885. L’edificio passò al Comune di Firenze nel 1957 attraverso un legato del figlio di Carnielo, Enzo, destinando il piano terreno a museo e il primo piano a studi da affittare ad artisti. All’interno della palazzina Liberty sono conservate oltre trecento sculture dell’artista e alcuni dipinti realizzati da pittori contemporanei alla vita di Carnielo, come Silvestro Lega, Michele Gordigiani e Arturo Calosci.

- Pubblicità -

Il recupero della struttura della Galleria Carnielo attraverso questo protocollo rappresenta la possibilità di dare una nuova vita ad un luogo, ormai chiuso da anni, attraverso un impegno congiunto da parte del Comune di Firenze, l’Accademia delle Belle Arti e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -

Ultime notizie

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -