Con l’antica manifattura si sbiadisce un pezzo di storia del bel paese. Una storia che ha il profumo del made in Italy e dei serviti di piatti che da duecento anni fanno capolini dalle dispense di (quasi) tutti gli italiani. Neanche l’operazione Ginori-Coop che lo scorso anno, grazie ad una raccolta punti nei supermercati, aveva rimesso il terzo forno in funzione e riacceso un barlume di speranza è servita ad evitare il peggio. La storica azienda, che da duecento anni produce porcellane a Sesto Fiorentino è in liquidazione.
L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA. La decisione è stata deliberata ieri dagli azionisti con 6 voti a favore e 3 astenuti. 130 mila euro è il compenso annuo lordo che spetta a ogni membro del collegio dei liquidatori – sono tre in tutto i liquidatori nominati: Marco Milanesio (presidente), Nicola Lattanzi e l’attuale presidente Roberto Villa – e l’unico ad avervi rinunciato è Roberto Villa.
IL BILANCIO, LA PERDITA E LE DECISIONI. L’assemblea ha inoltre approvato il bilancio al 31 dicembre 2011 con 38,8 milioni di perdita per la capogruppo Richard-Ginori 1735 e un patrimonio netto negativo per circa 19,3 milioni. Nella stessa assemblea è stato inoltre stabilito che il collegio “debba perseguire anche l’interesse della societa’ e dei soci in una prospettiva di ristrutturazione societaria, e cio’ anche mediante l’accesso a procedure concorsuali, ivi compreso il concordato preventivo, ovvero, ricorrendo ad altri strumenti, previsti e consentiti dalla legge”.