Oggi è la Giornata Mondiale dell’Acqua, dedicata quest’anno al tema ”Acqua e sicurezza alimentare”. Voluto dall’Onu e coordinato dalla Fao, l’evento parla di sprechi e future necessità. Al centro, l’acqua potabile, risorsa primaria attualmente preclusa all’11% della popolazione mondiale.
L’ACQUA DEL RUBINETTO. In occasione della giornata mondiale, l’Istat ha tracciato un profilo sul consumo dell’acqua del rubinetto in Italia. La diffidenza nel berla è ancora alta. Nel 2011 il 30% delle famiglie italiane ha dichiarato di non fidarsi a berla. Tale fenomeno raggiunge il dato più alto in Sicilia dove il 60,1% non consuma acqua del rubinetto, in Sardegna non si fida il 53,4% e in Calabria il 47,7%.
ACQUA MINERALE. Nel 2010 il 61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale, una percentuale in leggero calo rispetto agli anni precedenti. La spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale di attesta, sempre nel 2010, a 19,50 euro senza evidenziare importanti differenze territoriali. Tale spesa risulta di poco inferiore a quella sostenuta per il servizio di acqua potabile nelle abitazioni.
CONSUMO DI ACQUA. Nel 2008, il volume pro capite di acqua, corrispondente a 72,9 m3/anno per abitante e pari a 199,7 litri per abitante al giorno, è diminuito del 9,2% rispetto al 1999. La contrazione è imputabile sia alla variazione nel sistema di contabilizzazione, oggi più legato ai consumi reali direttamente misurati dai contatori, sia a una leggera riduzione dei consumi e, come conseguenza, degli sprechi idrici degli utenti finali.
IN TOSCANA. Ma i dati relativi al consumo di acqua del rubinetto in Toscana, sono positivi. Nel 2011 il 48% dei toscani beve acqua del rubinetto lo afferma Cispel Toscana in base alle indagini fatte dalle 7 aziende del servizio idrico toscano, rilevando che il dato è in crescita. Un aumento, per Cispel, avvenuto anche grazie all’installazione di quasi 200 fontanelli in tutta Toscana, che nel 2011 hanno erogato oltre 70 mln di litri di acqua, l’equivalente di 33 mln di bottiglie di plastica, facendo risparmiare 63 milioni di euro ai toscani.