giovedì, 28 Marzo 2024
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Grazia alla Franzoni

Lo dico subito: non sono un “appassionato” del delitto di Cogne. Non ho mai letto un granché sulla vicenda e soprattutto non ho mai assistito alle decine (centinaia?) di trasmissioni televisive che, nei mesi, hanno ricostruito movimenti, presenze e comportamenti nella “casa”.

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Mi ha molto stupito però un fatto: a soli due giorni dalla condanna definitiva è iniziato un dibattito, o meglio una campagna d’opinione, per chiedere la grazia al Capo dello Stato. Ora, in generale sono tendenzialmente sempre ben predisposto verso il perdono e gli atti di clemenza, ma stavolta lo sono un po’ meno.

La richiesta è stata motivata con la necessità della madre di stare accanto ai figli piccoli. Ma se questo principio dovesse valere, dovrebbe essere applicato anche alle migliaia di mamme – meno famose – che popolano le carceri italiane, non solo ad Anna Maria Franzoni. Detto questo, sarà comunque solo il Capo dello Stato a decidere in autonomia, come dice la Costituzione, su questo come su altri casi.

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Ma, personalmente, credo che la “celebrità” che ha accompagnato questo crimine terribile non dovrebbe comportare dei vantaggi o dei titoli di merito. La colpa è la stessa, sia che i riflettori si accendano o meno.

Marco Agnoletti

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