Sempre più fiorentini in fuga (verso Prato)
Il costo delle case è esagerato? Il traffico e le orde di turisti sono esasperanti? E io trasloco fuori Firenze. E’ l’esilio (quasi) forzato di un gran numero di fiorentini. Lo conferma il Rapporto sul territorio 2010 dell’Irpet (Istituto regionale programmazione economica Toscana). Nell’arco di un decennio, dal 1997 al 2008, sono usciti da Firenze circa 108mila residenti.
Ogni anno, in media, lasciano la città quasi 9mila fiorentini, il 2,4 per cento della popolazione. Sono per lo più giovani adulti dai 20 ai 40 anni. Dove si rifugiano? Circa metà di loro sceglie uno dei comuni alle porte di Firenze e il capoluogo più vicino, Prato. A spingerli verso questi lidi sono per lo più i valori immobiliari allettanti. Sono in prevalenza giovani, non laureati, spesso stranieri, famiglie di recente formazione in cerca della prima casa, strozzati dal costo delle case e dell’affitto. Nell’arco del decennio 1998/2008 la spesa per l’affitto a Firenze è arrivata ad assorbire un quarto del reddito familiare. Un destino analogo attende coloro che decidono di acquistare un’abitazione.
“Le famiglie – scrivono i ricercatori dell’Irpet – si sono spesso accollate mutui pluriennali, rinunciando mediamente al 20 per cento del proprio reddito per periodi che spesso superano i 15 anni”. Quando arriva il momento di metter su famiglia o di conquistare la propria indipendenza non resta allora che emigrare nell’hinterland. Il costo delle abitazioni infatti diminuisce col crescere della distanza dal centro urbano. Le mete preferite? Ai primi posti svettano Signa e Campi Bisenzio, le cui popolazioni sono cresciute più del 20 per cento dal 1998 al 2008, grazie anche all’apporto della componente straniera. Mentre a Montelupo, nello stesso periodo, il numero delle famiglie residenti è raddoppiato.
“Un’attrazione – spiega l’Irpet – da mettere sicuramente in relazione con i prezzi delle abitazioni notevolmente più bassi rispetto al capoluogo regionale: nelle aree semicentrali si va dai 2mila euro al mq di Campi Bisenzio ai 2mila 500 di Montelupo, contro i 4mila 500 di Firenze (Fonte: Il Consulente Immobiliare-Sole 24Ore)”. Si abbandona Firenze ma non si va troppo lontano. Gran parte dei “migranti” metropolitani preferisce stabilirsi nei comuni vicini, sebbene quelli più distanti offrano prezzi abitativi ancora più bassi. In ballo sono infatti altre spese, quelle per il trasporto.Il posto di lavoro resta a Firenze e magari anche i nonni, ai quali lasciare i figli durante la giornata lavorativa. Crescono così le fila dei pendolari, quotidianamente a far la spola tra la casa e l’ufficio. Un adeguato sistema di infrastrutture e una più alta qualità ambientale compensano l’andirivieni forzato. Ma il risparmio ha comunque un costo: il tempo passato (in prevalenza) in macchina, a dar man forte a due presenze indesiderate come il traffico e l’inquinamento.
E i ricchi si rintanano nelle campagne
A spingere i fiorentini fuori città non è solo il portafoglio che piange. Si abbandona Firenze anche per sfuggire al caos urbano e migliorare la propria qualità di vita. E’ l’esodo dei “benestanti”. Come dimostra il Rapporto sul territorio 2010 dell’Irpet, la metà circa delle famiglie che lasciano la città trasloca verso territori con costi delle case analoghi a quelli del capoluogo toscano, e in alcuni casi superiori. L’ipotesi più calzante per spiegare questo esodo sembra essere la ricerca di un maggior livello di benessere.
La fuga da Firenze ha così due facce. Accanto ai giovani che scappano per esigenze di risparmio, ci sono gli adulti che desiderano lasciarsi alle spalle i difetti della città per abbracciare la quiete della campagna. Questi ultimi hanno un’età mediamente più matura, sono per lo più nuclei familiari con figli, con una persona di riferimento quarantenne e un titolo di studio elevato. Caratteristiche che fanno ipotizzare di trovarsi di fronte a famiglie benestanti. Tra di loro ci sono meno stranieri rispetto a coloro che inseguono il risparmio. “Una parte importante dei flussi in uscita dall’area centrale – spiegano i ricercatori dell’Irpet – trasloca nella prima cintura alla ricerca di una maggiore qualità dell’ambiente naturale e costruito, delle tipologie edilizie, nonché dei servizi, tutti aspetti che probabilmente risultano critici nell’area urbana centrale”.
Tra le mete più gettonate troviamo Fiesole, Bagno a Ripoli, Impruneta e Vaglia, comuni pregiati con costi abitativi in linea con quelli fiorentini, se non superiori. Ma ad attirare gli ex fiorentini sono anche paesi più distanti dal capoluogo toscano, con valori immobiliari più bassi. In questo caso la qualità della vita più soddisfacente è pagata con tempi di pendolarismo più ampi. Si va dal Chianti al Mugello, passando per la Val di Pesa. Tra le destinazioni scelte troviamo Greve in Chianti, San Casciano, Borgo San Lorenzo, Scarperia. Le colline toscane si stanno urbanizzando ma il rischio di cementificazione selvaggia sembra scongiurato. Il Rapporto dell’Irpet, infatti, è rassicurante.
I flussi diretti verso nuove aree hanno determinato impatti relativamente contenuti sull’urbanizzazione. Non si è assistito a espansioni incontrollate e opere di edilizia scadente (se non, in parte, nella piana ad ovest di Firenze), così come all’impoverimento nell’offerta di servizi, tipico dei quartieri dormitorio. Di fronte a questa fuga da Firenze, viene da chiedersi chi rimane nella città del Rinascimento. Solo monumenti e turisti? Pare di no. Tra la fine del 2007 e la fine del 2008, dopo anni di contrazione della popolazione, si assiste a un’inversione di tendenza, con un aumento di 1265 unità. Il merito è per lo più degli stranieri, unici a compensare (in parte) l’abbandono dei fiorentini.