mercoledì, 24 Aprile 2024
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I Nomadi a Sesto. Gratis

Sono i Nomadi gli ospiti del Concerto per la Liberazione 2009 organizzato nell’ambito delle celebrazioni per la Liberazione di Sesto Fiorentino dalle truppe nazifasciste, avvenuta il primo settembre del 1944. Appuntamento martedì 1° settembre, alle 21.15, in piazza Vittorio Veneto.

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Sesto Fiorentino, primo settembre in piazza per la Liberazione. Un grande spettacolo, una band che ha scritto la storia del pop italiano, ma soprattutto una festa di piazza, per stare insieme e, allo stesso tempo, non dimenticare. Sono i Nomadi gli ospiti del Concerto per la Liberazione 2009 organizzato nell’ambito delle celebrazioni per la Liberazione di Sesto Fiorentino dalle truppe nazi-fasciste, avvenuta il primo settembre del 1944.

Sessantacinque anni dopo, ancora un primo settembre da festeggiare, in piazza Vittorio Veneto a Sesto Fiorentino, rigorosamente ad ingresso gratuito. Sul palco – ore 21,15 – l’inossidabile band di Beppe Carletti, sempre in prima fila nella difesa degli ideali del pacifismo, della democrazia, dei più deboli. Un ritorno, dopo lo strepitoso concerto del 2003 a Villa Solaria, sempre nell’ambito di Sesto d’Estate e sempre per una buona causa (raccolta fondi per un progetto di cooperazione internazionale nelle Filippine, a cura di Arci e Casa del Popolo di Querceto). Allora parteciparono 3.500 persone ma, stavolta, c’è da scommettere, saranno molte di più.

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E, graditissima sorpresa, sul palco ci sarà anche Danilo Sacco, il vocalist Nomadi colpito da malore lo scorso maggio, e per questo costretto a saltare parte del tour estivo. Danilo adesso sta meglio, ha ripreso le forze e sarà a fianco della band. A dargli una mano un vero ensemble di vocalist, composto Daniela Galli, Cristina Montanari, Monica Magnani, Luciano Genovesi e Giordano Gambogi. Occasione per ascoltare brani immortali come “Noi non ci saremo”, “Io vagabondo”, “Auschwitz”, “Dio è morto”, oltre al nuovo, premiatissimo, album dei Nomadi, “Allo specchio”. Anticipato dal singolo “Lo specchio ti riflette (El espejo te delata)” cantato insieme a Jarabe de Palo, il cd ha conquistato il disco d’oro in appena 7 giorni! “Allo specchio” ha un’aurea magica, un’energia naturale che ha animato tutti i membri della band: dal fondatore Beppe Carletti (tastiere) proseguendo con Danilo Sacco (voce), Massimo Vecchi (voce e basso), Cico Falzone (chitarra), Daniele Campani (batteria) e Sergio Reggioli (violino e percussioni).

Dieci brani dedicati alla vita e alle molteplici emozioni del vivere: il tormento per un amore soltanto sfiorato (“Qui”), la sofferenza di una donna schiava del proprio amore (“Prenditi un po’ di te”), la rabbia per un amico perso nell’ennesima guerra inspiegabile (“Senza nome”), la ribellione verso chi vuole impedirci di essere artefici del nostro destino (“La vita è mia”),  lo schiaffo alle coscienze degli indifferenti verso i problemi altrui (“Il nulla”), l’ironia sferzante contro i quei politici con la coerenza ballerina (“Il ballo della sedia”), l’ottimismo che ci permette di sognare sempre e nonostante tutto (“Non so io ma tu”), la gioia di un silenzio in cui scoprire un mondo infinito e libero (“In questo silenzio”)… fino al brano “La dimensione” che è un poetico inno alla vita… “Allo specchio” è anche un disco di… strumenti allo specchio. Ogni canzone è figlia di una meticolosa ricerca degli strumenti ideali. Tutti reali: dalle percussioni all’organo Hammond, fino al pianoforte a coda Steinway protagonista con il violino dell’intensa e teatrale “Qui”. L’unica traccia suonata interamente al computer è “Il nulla”, che ha in primo piano le suggestioni sonore di un flauto.

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“Sono passati tre anni dall’ultimo disco di inediti e tutti noi avevamo fame di nuove canzoni –  spiega Beppe Carletti – fame è la parola giusta, perché la musica è un nutrimento indispensabile per la vita: non sfama il corpo, ma sazia l’anima e lo spirito. Ogni elemento della band ha espresso il massimo del proprio talento: Danilo ha sfoggiato in assoluto le sue migliori interpretazioni in sala d’incisione. Per me, Allo specchio, è il disco più bello dei Nomadi degli ultimi dieci anni”.

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