“Annunciando di ‘far saltare’ il tavolo di lavoro congiunto su Firenze, il ministro si assume una responsabilità pesante nei confronti della città, poiché quello della tramvia non era certo l’unico argomento del tavolo”.
“Rispondo al ministro- continua Domenici- cercando molto faticosamente di essere costruttivo: convochiamo lo stesso il tavolo, mettendo da parte i punti di disaccordo e discutendo degli altri temi: Maggio Musicale, nuovo teatro, sistema museale, Uffizi, beni culturali dello stato, legge speciale… Gli scriverò. Ma credo che il ministro sia in cerca di pretesti per scappare”.
Con queste parole, Domenici replica al ministro della Cultura Sandro Bondi, che ieri aveva dichiarato di “non vedere il senso della convocazione del tavolo” dopo quanto ribadito dallo stesso sindaco sul passaggio del tram nel centro storico.
“Il paradosso di questa situazione, è che si sta discutendo di una cosa già decisa – afferma Domenici – Si vuole cambiare una decisione presa con l’avallo tecnico, politico e istituzionale del ministero che Bondi presiede. C’è il tentativo da parte di Bondi e del governo, con il contributo del sottosegretario Bonaiuti, di sovvertire decisioni prese da anni in modo del tutto legittimo, legale e sostenibile”.
“Il ministro si dice sorpreso da quanto ho detto: ma possibile che abbia scoperto solo ora che la tramvia non passa dal centro?” – si chiede Domenici.
E ancora: “Il ministro afferma che io non intendo cercare una mediazione. Ma lui sa bene della mia disponibilità a discutere sulle caratteristiche della tramvia e delle varie ipotesi di cui si è parlato: un percorso senza fili più lungo, il binario unico, i convogli più corti… Ipotesi che comporterebbero problemi sia economici che di sistema, ma di cui si può parlare. Ma evidentemente, per lui mediazione significa solo che la tramvia non deve più passare dal centro. Ma questo non può essere imposto dal governo, che approva il federalismo fiscale e subito dopo vuole decidere a Roma in modo autoritario che cosa deve fare un Comune”
Secondo il sindaco “in realtà il ministro sta scappando, è in cerca di pretesti. Ma non perché è tormentato da noi: sulla tramvia è terrorizzato dal sottosegretario Bonaiuti, e non è libero. Ma così facendo, Bondi apre nella maniera peggiore la campagna elettorale a Firenze. Qui la destra non ha argomenti e non è all’altezza di governare: l’unica cosa che riesce a fare è dire di no, cavalcare ogni forma di protesta ed essere contro la città. E c’è da riflettere, quando in un paese si fanno operazioni come quella per il Comune di Catania, a cui sono stati elargiti 140 milioni, e intanto si assume un comportamento come questo per Firenze. Evidentemente, per avere soldi da questo governo bisogna amministrare male“.
Domenici continua ricordando il voto referendario del febbraio scorso. “Secondo il ministro Bondi, a Firenze c’è stato un referendum che è stato vinto da coloro che sono contro la tramvia. Io non vorrei più discutere di questa questione. Vorrei solo fare l’esempio del referendum che si è tenuto domenica scorsa in Sardegna, sulla tutela del patrimonio paesaggistico. Non è stato raggiunto il quorum. E nessuno sta discutendo, poiché il referendum l’hanno perso quelli che l’hanno promosso. Così come è accaduto a Firenze”.