In crescita anche l’importo medio delle richieste (60.219 euro nel quarto trimestre 2009 rispetto ai 48.100 del terzo) e la durata richiesta (63 mesi rispetto a 61). A peggiorare è anche la qualità del credito, richiesto nel 71,06% dei casi per far fronte ad esigenze di liquidità ed affidamento a breve termine, sebbene nel quarto trimestre 2009 si sia registrata una lievissima ripresa della domanda di finanziamenti per investimenti (28,94% rispetto al 26,53% del terzo trimestre).
Il settore con “più fame di credito” è quello dell’edilizia, con il 25,20% delle richieste totali, seguito da benessere (15,8%, principalmente impiegati per investimenti), manifatturiero (12.9%), commercio (12,3%), alimentare e pubblici esercizi (10,4%), artigianato artistico (8,10%), autoriparazione (7,9%), Ict (4,5%), imprese pulizia (2,9%).
Resta alto il tasso di richieste respinte o ridimensionate – con diminuzione dell’importo concesso o richiesta di maggiori garanzie – nel corso quarto trimestre 2009, anche se in leggero calo rispetto al terzo trimestre (23,82% rispetto a 26,2%). Scende però a 35-45 giorni il tempo medio di risposta, dai 60-70 necessari nel terzo trimestre.
Le imprese si sono rivolte con maggiore frequenza alle banche nazionali, grazie alle loro politiche commerciali più aggressive. Le banche territoriali concentrano nel quarto trimestre 2009 “solo” il 77,37% delle richieste che tre mesi prima raggiungevano quota 94,7%.
I dati, secondo Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato imprese Firenze, dimostrano “come la questione dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese artigianali e commerciali rimanga irrisolta, nonostante proclami e annunci di buone intenzioni da parte di banche e istituzioni” “Occorre – prosegue Scatizzi – che gli istituti di credito accompagnino passo passo il percorso di uscita dalla crisi del tessuto imprenditoriale”.