Secondo uno studio che misura gli indici di libertà economica nelle province italiane, la Toscana occupa una posizione alta della classifica, sopra a Liguria, Piemonte, Lombardia, Lazio. Siena è addirittura prima nella lista, mentre altre sette province si collocano tra le prime 30.
La Toscana non ha introdotto addizionali Irpef e ha deciso di aumentare l’Irap solo nei settori finanziario, assicurativo e immobiliare: risulta dunque, fra le Regioni italiane, quella che meno ha chiesto, ai suoi cittadini, in termini di addizionale.
“Ogni toscano paga ogni anno 16,3 euro di tasse regionali e ciò significa – ha sottolineato Martini – che paga 162 euro in meno di un cittadino del Lazio ma anche 67,8 in meno di un cittadino dell’Emilia Romagna e 52,2 euro in meno di un piemontese”.
Quanto alla libertà economica Martini ha citato dati del centro studi “Sintesi” di Mestre che colloca la nostra regione al livello più alto tra cinque fasce (“libera, prevalentemente libera, frenata, molto frenata, non libera”).“Altro che Regione frenata e ingessata!” ha commentato Martini.
Tre le prospettive su cui puntare per agganciare la ripresa: attrattività (attraverso un fondo per attrarre nuove imprese in Toscana ma anche accelerando la realizzazione di infrastrutture e rilanciando la promozione internazionale); nuovi settori di sviluppo (green-economy, energie rinnovabili, biotecnologie, innovazione in settori tradizionali, robotica, biomedica e farmaceutica, stimoli alla ricerca); tasse regionali.