sabato, 14 Dicembre 2024
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Incendio al campo Rom

Il fatto risale alla scorsa settimana, ed è avvenuto in una vasta area vicino alla fabbrica Longinotti nel comune di Sesto. Oggi la reazione dei Medici per i Diritti Umani che parlano di "contorni poco chiari e preoccupanti" della vicenda".

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LA REAZIONE.“L’incendio avvenuto nella mattinata dello scorso giovedì 23 luglio, presumibilmente verso le ore 11, di una vasta area adiacente la fabbrica Longinotti nel Comune di Sesto Fiorentino è una vicenda dai contorni poco chiari e preoccupanti”.

E’ quanto dichiarano i responsabili dell’associazione Medici per i Diritti Umani, che ormai da diversi mesi e con buoni risultati seguivano la popolazione rom che, divisa in due insediamenti rispettivamente di una trentina e di una ventina di donne e uomini prevalentemente giovani, abitava la zona interessata dal fuoco. “L’origine del fuoco è ancora ignota” precisano gli esponenti di MEDU, che sulla zona hanno immediatamente compiuto sopralluoghi e raccolto testimonianze.

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UNA SETTIMANA ANOMALA. “Già il lunedì precedente, i nostri operatori avevano segnalato la presenza di segni di un focolaio di incendio sul perimetro di uno degli insediamenti, del quale i rom non conoscevano l’origine. Il giovedì seguente, ad un orario in cui nessuno degli abitanti era presente, prendevano completamente fuoco le baracche dell’insediamento più numeroso. L’altro insediamento, sopravvissuto alle fiamme, risulta essere stato raso al suolo nella giornata di venerdì, senza che, come affermato dalla Polizia Municipale di Sesto Fiorentino, sia pendente o sia stata attuata alcuna operazione di sgombero”. 

“VIVONO TRA LE MACERIE”.  I Medici per i Diritti Umani concludono ricordando che gli abitanti delle baracche incendiate o distrutte sono ancora sul posto, attrezzati alla meglio tra le macerie o in piccole tende: “L’evento ha causato la perdita dei pochi beni in loro possesso, l’interruzione dei percorsi di regolarizzazione burocratica in atto e lo smarrimento dei medicinali e dei documenti sanitari acquisiti.”.

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