domenica, 15 Dicembre 2024
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La democrazia si fa a scuola

Nelle scuole toscane, dall'infanzia alle superiori, sarà distribuito in questi giorni l'opuscolo "Per una scuola antirazzista e dell'inclusione", partendo dal presupposto che una cultura della tolleranza e del rispetto, del dialogo e della democrazia va diffusa a partire dalle scuole.

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In copertina due gattini, uno bianco e uno nero, su una comoda poltrona a simboleggiare la convivenza pacifica tra diverse culture. All’interno del progetto c’è anche un’iniziativa prettamente scolastica che prevede l’inserimento nell’offerta formativa dell’educazione alla cittadinanza, alla non violenza, alla comprensione, all’accoglienza e all’amicizia.

Inoltre le scuole ogni quadrimestre dovranno analizzare il proprio modo di gestire le diversità e il dialogo all’insegna della convivenza, del rispetto dei modi di essere e di pensare.

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“La Regione – spiega il presidente della Regione Claudio Martini – dedica l’anno scolastico 2008-2009 al dialogo interculturale, alla lotta al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e all’intolleranza. Abbiamo scelto questo tema perché nel 2008 ricorreva il settantesimo anniversario del manifesto degli scienziati razzisti e della pubblicazione del regio decreto che, nel 1938, dettò disposizioni per la difesa della razza nella scuola italiana”.

“E’ per smontare l’architettura perversa di quei provvedimenti – continua Martini – e per consolidare il lavoro che viene svolto su questi temi in molte scuole toscane che abbiamo approvato, nell’ultimo meeting di San Rossore, una delibera che fa proprio il manifesto degli scienziati antirazzisti e i principi per una scuola antirazzista e dell’inclusione“.

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“Mai come oggi – spiega l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini – sentiamo il bisogno di richiamare le giovani generazioni al rispetto di identità, modi di essere, di pensare e credo religiosi diversi. Per questo ci siamo riproposti di far conoscere agli alunni delle nostre scuole i presupposti di una cultura democratica e tollerante, che rovescia le logiche perverse che ispirarono gli atti del regime fascista”.

“E’ una cultura che sta alla base della Costituzione della Repubblica italiana e che devono continuare ad informare la civile convivenza – ha concluso Simoncini – per stroncare sul nascere ogni comportamento, sia individuale che collettivo, che minacci il dialogo, l’uguaglianza, la libertà”.

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