mercoledì, 5 Febbraio 2025
- Pubblicità -
HomeSezioniCronaca & PoliticaLa strage dei senegalesi, un...

La strage dei senegalesi, un mese dopo. ”Non facciamo calare il silenzio”

-

- Pubblicità -

Era da poco passato mezzogiorno di un martedì quasi natalizio quando Firenze fu scossa da una terribile notizia. Due morti ammazzati al mercato di piazza Dalmazia. All’inizio si sapeva solo che le vittime erano due venditori ambulanti di colore, del tutto ignoti i motivi del gesto.

IL PRIMO AGGUATO. La piazza viene assediata da forze dell’ordine, giornalisti e curiosi. La notizia si diffonde anche tra la comunità senegalese, cui le due vittime, Samb Modou e Diop Mor, appartenevano. In piazza cominciano ad arrivare decine e decine di senegalesi, la tensione cresce di pari passo con la disperazione di chi quella mattina ha perso un parente, un amico. Del delitto si sa solo che un uomo è sceso di macchina dopo aver parcheggiato davanti all’edicola, ha raggiunto i banchini dei senegalesi e ha fatto fuoco, uccidendo due ragazzi e ferendone un terzo. Poi è rimontato in auto, non prima di aver minacciato chi tentava di fermarlo, è ripartito e ha fatto perdere le sue tracce.

- Pubblicità -

LA SECONDA SPARATORIA. Regolamento di conti? Storie di droga? Le ipotesi si rincorrono e si accavallano, si cerca in tutti i modi di far luce su un episodio che ha sconvolto una Firenze già immersa nell’atmosfera natalizia. Ma non è finita qua. Qualche ora dopo un’altra notizia getta la città nel terrore. C’è stata un’altra sparatoria, questa volta in pieno centro, al mercato di San Lorenzo. Ci sono altri feriti, sempre senegalesi. A far fuoco sarebbe stata la stessa persona che ha ucciso in piazza Dalmazia. Firenze ha paura, Firenze non capisce. Poi una terza notizia. L’autore dell’agguato si è tolto la vita nel parcheggio sotterraneo di San Lorenzo.

FIRENZE URLA “NO AL RAZZISMO”. La paura finisce. L’indignazione e la rabbia no. Quelle montano. Crescono. Come è stato possibile? Come è potuta accadere una tragedia simile nella civilissima Firenze? Nessun regolamento di conti. Nessuna storia di droga. Niente di niente. Solo razzismo. Razzismo bestiale, allo stato puro. Comincia a emergere il ritratto dell’omicida. Si chiama Gianluca Casseri, è un estremista di destra, ha ucciso per odio xenofobo. Firenze vive ore concitate. Un corteo spontaneo parte da piazza Dalmazia e arriva fino in centro. La tensione in città continua a salire, per poi affievolirsi con il passare delle delle ore. I messaggi di solidarietà alle vittime e alla loro comunità fioccano da tutte le parti. Firenze, l’altra Firenze, quella vera, alza la voce. Condannando all’unanimità il brutale agguato, mostrandosi solidale con una comunità sconvolta dal dolore. E Firenze si fa anche vedere, qualche giorno più tardi, nel corteo organizzato per dire no al razzismo. Migliaia e migliaia di fiorentini che marciano accanto ai senegalesi, da piazza Dalmazia fino a Santa Maria Novella. Era il 13 dicembre 2011.

- Pubblicità -

UN MESE DOPO. È passato un mese da quella tremenda mattina. Nel frattempo Palazzo Vecchio ha dato l’ok alla sistemazione di una statua in piazza Dalmazia per ricordare Mor e Modou, e il coordinamento dei senegalesi in Toscana ha invitato tutti oggi, alle 12,20 – ora dell’agguato – nella stessa piazza, “perché non cali il silenzio”. Per non dimenticare una data che Firenze difficilmente riuscirà a scordare, il 13 dicembre 2011. Perché niente di simile possa accadere mai più.

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -

Ultime notizie

- Pubblicità -
- Pubblicità -
- Pubblicità -