LA RICERCA. Coordinata dal settore statistica della Regione e realizzata su due ampi campioni (3 mila donne imprenditrici e 3 mila donne in età 25-44 anni), i risultati della ricerca intitolata “Donne innovatrici: impresa, lavoro e famiglia” sono stati presentati questa mattina dal vicepresidente della Regione Federico Gelli, che tra le sue deleghe ha anche quella alla parità di genere: “Le donne – sottolinea Gelli – rappresentano spesso la parte più innovativa dell’imprenditoria toscana, quella da cui ci possono aspettare ancora di più novità e buone idee per andare oltre la crisi. E tuttavia questo loro ruolo deve ancora misurarsi con i vecchi problemi di tutte le donne nel mondo del lavoro e per di più affrontare anche problemi francamente sorprendenti, come la percezione di una maggiore difficoltà di accesso al credito rispetto all’impresa guidata da uomini”.
IMPRESE FAMILIARI. Nel 46,5% per cento dei casi le imprenditrici si occupano di aziende familiari preesistenti, ma le risposte indicano anche una forte propensione a tentare strade nuove. Il 18,4%, infatti, ha costituito un’azienda per “desiderio di mettersi in proprio”, il 7,1% perché “conosce bene il settore”, solo lo 0,2% perché “invogliata da aiuti e agevolazioni”.
INNOVAZIONE. Il 26% delle intervistate hanno realizzato miglioramenti e innovazioni negli ultimi 2 anni (di esse il 45% ha introdotto innovazioni del prodotto). Tra quante hanno fatto questo ben il 59% ha aumentato il suo fatturato. L’80% di chi non ha realizzato innovazione negli ultimi 2 anni ha visto invece il suo fatturato diminuire.
ACCESSO AL CREDITO. Si tratta del problema più sentito, tanto che facilitazioni e opportunità sono richieste dal 58,2% delle intervistate, contro il 45,7% che richiede corsi di formazione per sviluppare imprenditorialità e il 34,2 che chiede consulenza e orientamento per l’avvio di impresa.
ORARI E FIGLI. Per molte imprenditrici esiste il problema della conciliazione dei tempi e il 40,7% ritiene importante un orario flessibile in entrata o in uscita o comunque avere a disposizione diversi tempi della città (il 22,5% richiede orari scolastici conciliabili con il lavoro). Molto forte l’esigenza di avere servizi per la prima infanzia (31%), ancora più forte quella di avere servizi per i propri figli (compreso asili e scuole) vicino al posto di lavoro (lo richiedono il 42,7%), cosa a cui andrebbe aggiunto un 9,2% che richiede “tempi rapidi per raggiungere il posto di lavoro” e un 7,7 che auspicherebbe di poter lavorare a casa o nel centro di telelavoro più vicino a casa.