A finire in manette sono stati Franco Cosentino, 36 anni, residente in Calabria, Vincenzo Anania, 39 anni, residente a Capannori, Nicodemo Benvenuto, 56 anni, residente a Campi Bisenzio, Francesco De Leo, 45 anni, residente in Calabria, tutti nati a Cirò Marina, in provincia di Crotone, oltre a Rosario Tosto, nato a Umbriativo (Catanzaro), 42 anni e residente in Calabria e Rosanna Russo Leto, di 37 anni, residente a Prato. Quest'ultima si trova agli arresti domiciliari poiché è da poco diventata madre.
I sei sono accusati di aver aiutato 'Peppe 'u banditu', esponente di spicco della cosca 'Farao-Marincola', che aveva scelto la Toscana per trascorrere la sua latitanza, dovendo sottrarsi a un ordine di cattura emesso dal gip di Catanzaro per reati quali associazione a delinquere di stampo mafioso. Il boss venne arrestato nel maggio 2008 nell'ambito della stessa operazione.
Con questi provvedimenti si conclude l'indagine 'Falco', avviata dal Nucleo investigativo di Lucca quando venne verificata l'allarmante presenza in lucchesia di personaggi provenienti dalla provincia di Crotone sui quali pesavano importanti precedenti penali e che erano noti per appartenere alla 'ndrangheta calabrese.
Anche dopo l'arresto del boss gli investigatori cercavano di identificare tutti coloro che avevano offerto una qualsiasi forma di sostegno a Spagnolo, sia in Toscana che in Calabria. È stato così ricostruito uno spaccato di organizzazione mafiosa che ruotava in modi diversi attorno alla latitanza, dal fornire alloggio, denaro, auto e documenti falsi, fino a ruoli decisionali funzionali agli interessi della cosca. Sono così stati raccolti elementi a carico dei sei arrestati ai quali si aggiunge l'aggravante di aver agevolato le attività della cosca e permesso a uno dei suoi capi di continuare ad esercitare i compiti di direzione delle strategie criminali.