Menarini, è sciopero. Lo hanno deciso Filcem-Cgil, Femca-Cisl e Uilcem nazionali, per sbloccare la vertenza sul premio di partecipazione. “Vogliamo più soldi, ma anche più dignità – ha spiegato Massimo Guerranti, segretario provinciale Femca-Cisl di Firenze – in ballo non c’è infatti solo l’aspetto economico, ma il riconoscimento della dignità dei lavoratori, che i vertici di Menarini continuano a mortificare con atteggiamenti da padrone delle ferriere”.
A Firenze si trova la sede nazionale del gruppo Menarini e il maggior numero di occupati: 715 dipendenti, che ne fanno una delle realtà occupazionali più importanti della provincia. A scioperare domani saranno però tutti gli oltre 4 mila dipendenti del gruppo, che comprende anche Guidotti, Malesci, Lusofarmaco, Lusochimica e Firma, e ha stabilimenti anche a Pisa, Milano, como, L’Aquila e Pomezia. Lo sciopero di domani, che prevede iniziative a livello territoriale, assieme ad un pacchetto di ulteriori 8 ore di sciopero con data ancora da definire, è stato deciso dopo l’incontro del 15 ottobre scorso nel quale l’azienda ha avanzato una proposta insoddisfacente, lontana da quanto in essere nel comparto farmaceutico e dalle aspettative dei lavoratori.
“Ancora una volta ci troviamo a scontrarci con un’azienda che, evidentemente, non sa neppure cosa siano le relazioni industriali – ha concluso Guerranti – con questa azienda non si riesce a trattare su niente. Menarini persevera nel suo atteggiamento padronale-paternalistico, offensivo della dignità dei lavoratori e del ruolo del sindacato. La guerra che stiamo combattendo è per portare più soldi in busta paga, ma per riuscirci dobbiamo prima vincere questa battaglia di principio”.