“La celiachia – sottolinea l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – può avere pesanti risvolti sociali, se non si attua un modello di presa in carico che tenga conto di tutti gli aspetti di questa patologia”.
ALIMENTI GRATUITI E CUOCHI SPECIALIZZATI. La collaborazione tra Regione Toscana e Associazione italiana celiaci (Aic) risale al 2000. Da allora, la Regione ha messo in atto una serie di iniziative volte a facilitare la vita dei celiaci in qualsiasi ambito: familiare, lavorativo, scolastico, ricreativo.
Successive delibere hanno poi fissato le regole per l’erogazione gratuita di alimenti senza glutine da parte delle farmacie delle Asl o di quelle convenzionate, e istituito le linee guida per la vigilanza sulle imprese alimentari. Attivati inoltre corsi appositi per cuochi.
Adesso l’obiettivo è quello di garantire il diritto a un pasto senza glutine in tutte le 2400 mense toscane (1.446 scolastiche, 141 ospedaliere, 808 pubbliche).
I NUMERI IN TOSCANA. Negli ultimi anni, la popolazione di celiaci in Toscana è andata sempre aumentando: 6.134 nel 2006, 7.043 nel 2007, 7.881 nel 2008, 8.833 nel 2009 (di cui 2.506 uomini e 6.327 donne). Dal dicembre 2008 al dicembre 2009 sono stati diagnosticati 952 nuovi casi di celiachia.
Questo non significa che aumentano i casi di celiachia: piuttosto, vengono diagnosticati in modo certo casi che prima restavano sommersi. Oggi l’incidenza della celiachia è stimata in un soggetto ogni 100 persone.
In Italia quindi i celiaci sarebbero potenzialmente 380.000, ma ne sono stati diagnosticati solo 35.000. Sempre secondo questa stima, in Toscana i celiaci dovrebbero essere 35.000. Gli iscritti alla sezione toscana dell’AIC (Associazione Italiana Celiachia) sono 6.550.