Oltre 5.300 litri di gasolio venduti in nero per un ricavo di circa mezzo milione di euro. E’ quanto accertato dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Firenze, che hanno svolto accertamenti su un deposito commerciale di prodotti petroliferi nella periferia nord di Firenze.
LA SCOPERTA. Il confronto tra i 6 serbatoi di gasolio in deposito, e quanto riportato sulle scritture contabili, ha fatto emergere una palese incongruenza, spiega la guardia di finanza: oltre 5.300 litri di carburante non sono risultati riportati in contabilità. Grazie agli accertamenti eseguiti dalla polizia, è saltata fuori un’altra attività illegale. Presso gli uffici amministrativi della società è stata infatti trovata una documentazione extra-contabile legata alla pulizia di reti fognarie, che veniva rigorosamente svolta “in nero”.
I NUMERI DELL’EVASIONE. Gli importi non fatturati per le due attività erano “ordinatamente” annotati su apposite tabelle dove: il segno “+” indicava i corrispettivi ottenuti dalle prestazioni di pulizia fognature o per le cessioni di gasolio, il segno “–” indicava le spese sostenute per le suddette attività. La ricostruzione della contabilità fatta dai finanzieri fiorentini, ha permesso di accertare un’omessa fatturazione di ricavi, dal 2006 al 2010, pari ad oltre 960.000 euro (460.000 € per le vendite di carburante in nero e 502.000 € per le prestazione di spurghi) più un’evasione dell’Iva per 155.000 € e Irap per 24.573 €.
IL CONTO DELLA MAMMA. I ricavi conseguiti “in nero”, sia per la vendita del combustibile che per le prestazioni di pulizia, finivano su conti correnti intestati alla madre e alla sorella dell’imprenditore.