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“Divorando le pietre” e “William Demby” in mostra al MAD – Murate Art District

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"Divorando le pietre" e "William Demby" in mostra alle Murate Art District.
"Divorando le pietre"_BHMF_MAD Murate Art District (ph. Luca Segato).

Un viaggio tra memoria storica, narrazioni e sensibilità: "Divorando le pietre" e "William Demby: Tremendous Mobility" al MAD - Murate Art District di Firenze

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Il MAD – Murate Art District si conferma, ancora una volta, punto di riferimento fiorentino per il dialogo tra storie e culture. Questa volta, attraverso due mostre di grande impatto, invita il pubblico a riflettere sull’incontro tra le radici afro-discendenti e il contesto italiano. Grazie alla consolidata collaborazione con Fondazione MUS.E e Black History Month Florence (BHMF), queste esposizioni portano in primo piano storie meno note, ma di grande rilevanza: “Divorando le pietre”, personale dedicata all’artista Georges Adéagbo, e “William Demby: Tremendous mobility”, progetto che esplora l’archivio di un protagonista della cultura del secondo dopoguerra. Entrambe le esposizioni saranno visitabili fino al 4 maggio 2025.

Il concetto di “Tempo Rubato”: tra memoria storica, narrazioni e sensibilità in continuo viaggio

L’edizione 2025 di BHMF esplora il concetto di “Tempo Rubato”, un invito alla riflessione sulla memoria storica e sull’importanza di recuperare le narrazioni dimenticate per continuare a farle vivere nel tempo. Se ne trae un insegnamento “senza data di scadenza”, che si ricollega alle parole di Carter G. Woodson, fondatore del Black History Month negli Stati Uniti: “Chi non conserva le testimonianze delle imprese dei propri antenati perde lo stimolo offerto dall’insegnamento delle loro vite e della storia”. Tempo Rubato, inoltre, richiama il lessico musicale, dove il termine “rubato” suggerisce un’interpretazione del tempo attraverso la sensibilità individuale, alternando momenti di accelerazione e rallentamento, proprio come accade nel processo creativo che caratterizza entrambe le mostre in programma.

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In effetti, saper leggere il mondo attraverso la nostra capacità di sentirlo e guardarlo, è una delle doti più preziose e complesse da imparare a sviluppare, come individui e come società. In un mondo divorato dalla frenesia, la sensibilità ci permette ancora di ascoltare, comprendere e rispondere alle sfumature della realtà. In superficie si potrebbe leggere come sinonimo di emozione o empatia, secondo una lettura più profonda invece come lettura di tutte quelle dinamiche che definiscono chi siamo, compresi peculiarità e difetti. Non si tratta solo di una qualità che riguarda le emozioni o l’empatia, ma anche di una capacità di ascoltare e percepire ciò che accade a livello più profondo, di cogliere le dinamiche sottili che definiscono la nostra esistenza.

Georges Adéagbo, un’accurata decostruzione dei preconcetti attraverso “Divorando le pietre”

La mostra “Divorando le pietre”, allestita nella sala Laura Orvieto del MAD – Murate Art District, celebra il lavoro di Georges Adéagbo, artista in grado di riflettere sul tempo e sulla geografia. Il titolo prende spunto dal detto “Il tempo divora le pietre”, implacabile e imprescindibile dalla dimensione umana. Le sue opere nascono infatti dalla raccolta di materiali durante i suoi viaggi in Africa e in altre città, – tra cui Roma, Venezia e Firenze -, dove Adéagbo ha rielaborato frammenti di storia, cultura e spiritualità, creando una “archeologia della conoscenza” che invita alla decostruzione dei preconcetti sociali. Infine, la sua pratica si intreccia con la storia fiorentina, dove alcuni elementi storici si mescolano a oggetti provenienti dal Benin. Ulteriori informazioni qui.

Con la mostra “William Demby: Tremendous Mobility” si torna nel dopoguerra italiano

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“William Demby: Tremendous Mobility”, – esposta nella sala Anna Banti, in galleria e nelle celle -, è un progetto che nasce dalla residenza permanente della Black Archive Alliance alle Murate Art District, avviata nel 2021. Questa mostra esplora la figura poliedrica di William Demby, – autore, giornalista, musicista e attore -, la cui attività culturale è stata fondamentale nell’Italia del dopoguerra. Attraverso documenti, fotografie inedite e scritti, l’esposizione indaga l’eredità di Demby, offrendo una riflessione critica sulla sua influenza sulla cultura italiana e mondiale. L’esposizione è curata da Kevin Jerome Everson e Justin Randolph Thompson ed è frutto della collaborazione con il custode dell’archivio di Demby, James Demby. Per saperne di più, guardare qui.

“Divorando le pietre” e “William Demby: Tremendous Mobility”: giorni di apertura al MAD

Le due esposizioni sono un contributo fondamentale alla missione di The Recovery Plan, un’iniziativa che promuove l’accessibilità agli archivi e il recupero di storie dimenticate. Attraverso la ricerca di Melanie Masterton Sherazi, Shelleen Greene e alla collaborazione con James Demby, queste esposizioni contribuiscono a una comprensione più profonda delle esperienze afrodiscendenti in Italia e al loro impatto sulle arti e sulla cultura contemporanea. Le mostre saranno visibili al pubblico da martedì a sabato, dalle 14:30 alle 19:30, presso MAD – Murate Art District (piazza delle Murate).

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