mercoledì, 16 Ottobre 2024
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Nardella-Schmidt, battaglia a distanza

Nardella e Schmidt continuano a punzecchiarsi, intanto il direttore degli Uffizi è diventato italiano

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Nardella-Schmidt, è ‘battaglia’ dialettica. Il primo è il sindaco uscente e sta sponsorizzando Sara Funaro, oggi assessore, per il ruolo di futura sindaca di Firenze. Sarebbe la prima volta nella storia di una donna alla guida di Palazzo Vecchio. Il secondo è attualmente direttore degli Uffizi, oggi diventerà italiano e in molti lo danno per favorito come candidato del centrodestra alle prossime comunali.

Nardella-Schmidt: le parole del sindaco

Nella ‘battaglia’ Nardella-Schmidt vanno registrate le parole del sindaco di Firenze su Schmidt. “Credo che per serietà si debba essere molto chiari – ha detto -. O fai il direttore di un museo, oppure ti dimetti e ti candidi a fare politica. Schmidt si vorrebbe candidare lasciando alla città le due gru del cantiere degli Uffizi, i ritardi sul Corridoio Vasariano e un bel giardinetto di quartiere all’uscita del museo, nel cuore del centro storico Unesco della città. Per la campagna elettorale mi sembra un biglietto da visita straordinario”. Nardella ha tirato una frecciata anche sul tema della loggia Isosaki.
“Schmidt aveva  preso anche un aereo per andare a Tokyo a parlare con il grande architetto e risolvere il problema – le parole del sindaco -. Poi, però, è cambiato il Governo, improvvisamente è cambiato tutto e Schmidt acconsente a fare un giardinetto per l’uscita del più importante museo d’Europa insieme al Louvre. Ma che figura fa l’Italia? Un giardinetto così lo facciamo in giro per i quartieri della città”.

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Oggi Schmidt diventa italiano

Nel frattempo nella ‘battaglia’ Nardella-Schmidt oggi, 28 novembre, è in programma un’altra puntata. A Schmidt è stata conferita la cittadinanza italiana. Il sindaco non c’era perché a Roma: ma l’assenza, viene chiarito da Palazzo Vecchio non significa che non volesse incontrare Schmidt, semplicemente altri impegni che lo hanno portato fuori città. E inoltre il passaggio di Schmidt è burocratico: non è dovuto che il sindaco sia materialmente colui che dà tutte le cittadinanze, visto anche l’alto numero di richieste. Non ci sarebbe il tempo. “Non ho sentito il sindaco – ha detto Schmidt -. Ho letto che lui ha dichiarato più volte ai giornali che con me non voleva parlare perché ero un semplice funzionario. Io al contrario ho iniziato la mia vita come funzionario, ora sono un dirigente dello Stato, parlo con tutti, con i funzionari, con gli assistenti. Mi ha fatto molto piacere di avere un funzionario così competente del Comune di Firenze davanti a me”.

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