giovedì, 22 Maggio 2025
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Nasce con una grave forma all’intestino: neonato salvato con sei interventi

E' accaduto al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena: il bimbo era nato di 600 grammi, alla venticinquesima settimana da parto gemellare, con una grave forma di necrosi intestinale. Salvato con sei interventi chirurgici.

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Salvato con sei interventi chirurgici un neonato di 600 grammi, con una grave forma di necrosi intestinale. E’ accaduto al Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena.

GRAVE FORMA. Il piccolo era nato alla venticinquesima settimana da un parto gemellare con una grave forma di necrosi intestinale. Si tratta – spiega l’ospedale – di un caso eccezionale e molto complesso, portato a buon fine grazie al lavoro di squadra multidisciplinare di Chirurgia Pediatrica, diretta da Mario Messina (nella foto), Terapia Intensiva Neonatale, diretta da Franco Bagnoli, Pediatria Neonatale, diretta da Giuseppe Buonocore, Anestesia, diretta da Pasquale D’Onofrio e tutto il personale infermieristico del Dipartimento Materno-Infantile.

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GLI INTERVENTI. “Appena nato – spiega Messina – le sue condizioni si sono subite aggravate a causa di una perforazione nascosta, chiamata NEC, cioè enterocolite necrotizzante coperta. I primi quattro interventi sono stati effettuati direttamente in terapia intensiva perché il piccolo era così grave da non poter essere spostato”. I primi tre interventi, effettuati a cadenza settimanale, hanno permesso di asportare piccole parti di intestino, sino ad arrivare ad un quarto intervento di digiunostomia. “Abbiamo isolato una parte dell’intestino mettendola a riposo – prosegue Messina – e per quattro mesi il piccolo è stato alimentato solo con terapia parenterale. Quando le sue condizioni si sono stabilizzate abbiamo effettuato gli ultimi due interventi. Attualmente il suo intestino corrisponde a un quarto di un intestino normale ma può adattarsi ad una vita regolare”.

MORTALITA’. Ora il bambino ha sei mesi e in questo lungo percorso di lotta verso la vita ha avuto sempre accanto la famiglia e tutto il personale ospedaliero. “Mi sono commosso – conclude Messina – quando l’ho visto mangiare il latte per la prima volta e ciò è accaduto proprio in questi giorni. Casi come questo hanno una mortalità compresa tra l’80 e il 100% e quindi siamo contentissimi che tutto il nostro impegno abbia dato i suoi frutti”.

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