Neve e trasporti, il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, ha scritto una lettera aperta. Eccola.
“Partiamo dalle considerazioni facili: gli autobus non volano ma viaggiano sulle strade, quello che succede sulle strade coinvolge l’Ataf esattamente come i taxi, le ambulanze, le migliaia di automobili private. La situazione di totale blocco di tutta la rete stradale non ve la devo certo raccontare io, ci sono le testimonianze drammatiche di tutti coloro che sono stati ore e ore fermi sotto la neve.
Ecco, accanto a quelle auto incolonnate che non facevano un metro di strada c’erano i bus dell’Ataf, con alla guida gli autisti che avevano finito il turno da ore e che stavano ad aspettare dei cambi che non potevano arrivare mai. E’ ovvio che chi aspettava un bus a una fermata sotto la neve stava soffrendo, ma come ci poteva arrivare a quella fermata un bus intrappolato nel mare macchine ferme dall’altra parte della città? Non riuscivamo neanche a uscire dai depositi di viale dei Mille o di via Pratese, né riuscivamo a far rientrare i mezzi per montare le catene.
A proposito delle catene, forse è bene spiegarlo ancora una volta: gli autobus, che pesano diverse tonnellate, non possono uscire con le catene alle ruote se le strade non sono innevate, perché si distruggono prima le strade e poi gli autobus. E le catene sugli autobus non si possono montare ‘al volo’ in strada come si fa su una Panda: bisogna riportarli in deposito, montarli sul ponte e mettere le catene. Tenere i bus pronti con le catene montate già dal giorno prima, come qualcuno ha suggerito, avrebbe significato non far uscire i bus venerdì mattina dalle 5.40 alle 12.30 e lasciare a piedi la gente ‘preventivamente’. In sintesi non avremmo portato la gente a scuola e al lavoro per tenere i bus con le catene fermi in deposito ad aspettare la neve.
L’altra possibilità – quella che abbiamo scelto – era fare normalmente il servizio fin quando iniziavano ad arrivare i primi fiocchi per rientrare in quel momento velocemente nei depositi a montare catene e gomme termiche. In questo modo i bus senza né catene né gomme termiche avrebbero garantito il servizio nelle strade della città, mentre quelli equipaggiati per la neve avrebbero raggiunto le aree collinari e periferiche.
Cosa non ha funzionato? Quando alle 13 abbiamo dato agli autisti l’ordine di rientrare nei depositi era ormai troppo tardi: gli autobus sono rimasti intrappolati nelle strade, in mezzo alle automobili. Volare non si poteva. Non abbiamo bloccato strade, non abbiamo causato incidenti, nessuno a bordo si è rotto neanche un’unghia, non abbiamo lasciato nessuno abbandonato in mezzo alla tormenta. Certo, agli autisti che erano fermi a bordo dei mezzi tre ore oltre la fine del loro turno di lavoro, abbiamo detto di lasciare i bus a bordo strada: oltre 90 autobus ma tutti in condizioni di sicurezza, senza intralcio al traffico, e li abbiamo recuperati quasi tutti durante la notte tra venerdì e sabato.
Non ci sto a passare addirittura per la causa di quello che è successo e non ci sto ad essere additato con argomentazioni davvero eccessivamente banali: Ataf il venerdì 17 lo ha subito come e quanto gli automobilisti, i tassisti e tutti coloro che sono rimasti intrappolati. Irresponsabile sarebbe stato cercare di far muovere su uno strato di neve un bus da 12 metri con 50 persone a bordo. Se c’è neve, se c’è ghiaccio gli autobus non possono e non devono viaggiare”.