I risultati di uno studio sulla xenodiversità ittica della provincia di Firenze hanno mostrato la presenza nell’Arno di sei tipi di pesci di origine padano-venete.
LA RICERCA. Lo studio, grazie a una rete di monitoraggio di ben 120 stazioni e alla collaborazione dell’Università degli Studi di Bologna, ha evidenziato che i massimi livelli di xenodiversità ittica sono stati rinvenuti nelle acque correnti del bacino dell’Arno, dove a fronte di 10 specie ittiche autoctone sono presenti almeno 6 forme padano-venete e 14 specie in origine aliena alla fauna italiana, come ha spiegato Andrea Lenuzza dell’ufficio pesca della Provincia di Firenze.
GLI “STRANIERI”. Che dire, non bastava l’invasione aliena: ora l’Arno deve affrontare anche quella padana. Si tratta di due specie tipiche del versante veneto: il siluro (Silurus glanis) e il pesce gatto punteggiato (Ictalurus punctatus). Questi gli “stranieri” ai quali la Provincia di Firenze ha dato la caccia.
LA CATTURA. La Provincia di Firenze ha attuato così un piano, volto a controllare le due specie che hanno “colonizzato” l’Arno fiorentino, tramite una serie di interventi di cattura, così da ridurne la densità e il loro impatto sulla restante componente ittica. Gli esemplari, catturati con reti ed elettrostorditore, sono stati traslocati in appositi bacini di stoccaggio isolati dal reticolo idrico superficiale.