mercoledì, 11 Dicembre 2024
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Obesità, congresso in città

convegno sul'obesità a firenze

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Proprio l’obesità, le sue cause e gli interventi di cura e prevenzione, sarà al centro del IV congresso nazionale della Sio (Società italiana dell’obesità) in programma da oggi al 23 maggio al Palazzo di Congressi. Il congresso è stato presentato ieri in Palazzo Vecchio dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Graziano Cioni e dal presidente della Sio Carlo Maria Rotella. “La Società della Salute è particolarmente impegnata sul versante della prevenzione – ha commentato l’assessore Cioni – e, con la collaborazione della Sio e dell’Università di Firenze, lavoreremo per predisporre progetti sul tema dell’obesità, una problematica che ci riguarda tutti e che quindi richiede particolare attenzione”.

Scorrendo i dati emerge una situazione più che preoccupante. Oggi un italiano su dieci è obeso (9,8%), quattro su dieci (34,2%) sono in sovrappeso. E i dati relativi ai bambini sono ancor più allarmanti: l’obesità colpisce quattro bambini su cento (media 4%) mentre uno su tre è in sovrappeso. I numeri della Toscana non si discostano molto dalla media nazionale, anche se appaiono leggermente più bassi: tra gli adulti il 32,2% è in soprappeso, il 9% obesi (dati Istat 2005). Tra i bambini, il 23,9% è in sovrappeso e poco meno del 4% obeso. Con una precisazione: negli under 15 la percentuale di obesi appare molto diversificata a seconda della fascia di età e decresce con l’avanzare degli anni.

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E in futuro la situazione non è destinata a migliorare. Al contrario, secondo le recenti stime della Sio basate sull’aumento registrato negli ultimi dieci anni, nel 2025 i dati dell’obesità saliranno al 14% per gli adulti (con un incremento del 43%) e al 12,2% per i bambini (con una crescita del 205%). “Siamo di fronte a una vera e propria epidemia – ha aggiunto Rotella – e se andiamo avanti di questo passo tra 15 anni non ci saranno più risorse per curare questa malattia e le complicanze, dal diabete all’ictus, dalla malattie cardiovascolari ai tumori, che già oggi assorbono 23 miliardi di euro all’anno per ospedalizzazioni, cure, farmaci. E nonostante questa situazione, l’obesità è un problema ancora sottovalutato, soprattutto per una questione di cultura”. Rotella ha continuato spiegando è necessario intervenire su due diversi piani: quello della prevenzione, modificando gli stili di vita degli Italiani, educandoli a un’alimentazione più corretta e bilanciata, a incrementare l’attività fisica, e quello della cura, che permetta di affrontare in maniera integrata l’obesità, costituendo dei veri e propri centri negli ospedali nei quali gli specialisti e tutti gli operatori professionali sanitari possano occuparsi dell’obeso a 360 gradi, coinvolgendo e coordinandosi anche con la medicina del territorio e i medici di famiglia.

“Esistono centri per l’ipertensione, per il diabete, per le malattie cardiovascolari, per quasi ogni patologia, ma non esistono, o si contano sulle dita di una mano, quelli dedicati all’obesità, una malattia multifattoriale che riguarda persone che soffrono contemporaneamente di molti altri problemi: ipertensione, dislipidemia, diabete e via dicendo” ha aggiunto Rotella. Da diversi anni, la SIO si è posta all’avanguardia in Italia e nel mondo per il suo impegno a far sì che l’obesità sia considerata una vera e propria malattia e un problema di rilevanza sociale che deve essere affrontato unendo le forze e le risorse di tutte le componenti della società: mondo scientifico, politica, industria alimentare. “In questi anni – ha continuato Rotella – abbiamo lavorato perché i produttori di alimenti e bevande comprendessero quanto fosse importante la loro collaborazione e il loro sostegno per promuovere campagne di educazione alimentare e a favore dell’attività fisica. Non a caso, aziende come Nestlé, Coca Cola, Kellogg’s, McDonald’s, con le quali abbiamo iniziato un complesso, ma costruttivo confronto, parteciperanno ai lavori congressuali presentando le loro esperienze e sottolineando il loro impegno a proseguire il percorso intrapreso” ha concluso Rotella.

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I DATI SUL FENOMENO DELL’OBESITA’ IN ITALIA E IN EUROPA (fonte Sio)

L’obesità è un problema sociale di rilevanza mondiale. Interessa, infatti, non solo i Paesi sviluppati, ma anche ampie fette delle popolazioni dei Paesi più poveri.

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Obesità e sovrappeso negli adulti
Secondo i dati resi pubblici la scorsa settimana al congresso europeo sull’obesità di Ginevra (ECO 2008) dall’International Association for the Study of Obesity (IASO), nell’Europa dei 27, in tutti i paesi, con l’eccezione di Estonia, Lettonia e Romania, oltre la metà della popolazione maschile è obesa o sovrappeso. Leggermente migliore la situazione per quanto riguarda le donne: in solo 5 Paesi (Austria, Cipro, Gran Bretagna, Germania, Malta) il dato supera il 50%. Ciò che tuttavia preoccupa maggiormente è che, rispetto ai dati rilevati negli anni passati, l’obesità è in crescità in entrambi i sessi, in quasi ogni nazione, con minime eccezioni. In Italia, il sovrappeso riguarda il 42,5% dei maschi, mentre sono obesi il 10,5%. Le donne invece sono meno in sovrappeso (il 26,6%), ma è alto il tasso di obese (9,1%). In totale, risultano sovrappeso il 34,2% degli italiani e obesi il 9,8%, due dati in continua crescita (erano rispettivamente il 33,6 e il 9% nel 2000). Se si manterrano questi dati tendenziali, nel 2025 il tasso di obesità negli adulti arriverà al 14% (+43%).

Obesità e sovrappeso nei bambini
Nei bambini la situazione è più complessa. Innanzitutto, è difficile, se non impossibile, comparare i dati, in quanto le statistiche raccolte dalla IASO nei diversi Paesi spesso si riferiscono a classi d’età differenti. Inoltre, difficilmente esistono dati raffrontabili sull’obesità. Nell’allegato 2 sono presentate, quindi, solo le percentuali che si riferiscono al sovrappeso. I dati peggiori sembrerebbero essere quelli della Gran Bretagna (29% di sovrappeso tra i 5 e i 17 anni, sia nei maschi sia nelle femmine), dei Paesi mediterranei (Cipro, Italia, Malta, Spagna) e del Portogallo. In ogni caso, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità 1 ragazzo su 5 in Europa è sovrappeso. Ogni anno, agli oltre 14 milioni di giovani europei in sovrappeso – 3 milioni dei quali obesi – si aggiungono 400 mila “nuovi” sovrappeso. In Italia, oltre un terzo dei bambini tra i 6 e i 9 anni risulta in sovrappeso o obeso (34,1%), un dato che scende al 25,4% nella fascia tra i 10 e i 13 anni, e precipita con l’adolescenza (14-17 anni) al 13,9%. Per i bambini e adolescenti italiani, al di sotto della maggiore età, l’obesità infantile, si attesta al 4% di media, ma le stime sono drammatiche: nel 2025, mantenedosi questa situazione, l’obesità infantile in Italia triplicherà, arrivando al 12,2%.

I costi dell’obesità
Lo studio SPESA, condotto all’inizio degli anni 2000 dal Centro di Farmacoeconomia dell’Università degli Studi di Milano, ci dice che il sovrappeso, l’obesità e le malattie che queste condizioni causano – diabete e malattie cardiovascolari in particolare – costano ogni anno al Paese ben 22,8 miliardi di Euro di soli costi diretti, per ospedalizzazione e cure mediche, oltre 44mila miliardi delle vecchie lire. Inoltre, di obesità si muore, 390 persone ogni 100mila abitanti ogni anno. Giovani adulti con un indice di massa corporea (BMI) di 35 o superiore hanno una riduzione nell’aspettativa di vita fino a 10 anni.

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