Si avvicina il cambio dall’ora legale a quella solare con il consueto balletto delle lancette, prima avanti e poi indietro, per un “fuso orario” che da fine ottobre ci accompagnerà fino all’inizio della primavera 2026. Per i dispositivi tecnologici non c’è da preoccuparsi, perché l’aggiornamento dell’orario avviene in automatico. Il nostro bioritmo, quello sì, va regolato di conseguenza, in particolare per riprendere un buon ritmo sonno-veglia. Ecco quando è previsto il cambio tra ora legale e ora solare 2025 e soprattutto la risposta a due dubbi comuni: le lancette vanno avanti o indietro? Si dorme un’ora in meno o un’ora in più?
Quando il cambio dell’orario 2025/2026: dall’ora legale si passa alla solare
La data in cui per convenzione si cambia orario, passando all’ora solare, in Italia è fissata l’ultima domenica di ottobre, quindi quest’anno il passaggio è previsto domenica 26 ottobre 2025, quando archivieremo 7 mesi di ora legale, scattata lo scorso 30 marzo. Ecco l’orario preciso: alle 3, nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, dovremo mettere mano alle lancette della sveglia, con il ritorno dell’ora solare che ci accompagnerà fino alla primavera.
Ora solare-legale, come funziona: lancette avanti o indietro?
Con il ritorno all’ora solare si dorme un’ora in più tra sabato 25 e domenica 26 ottobre 2025: allo scoccare delle 3.00 di notte con il cambio tra l’ora legale e quella solare (ossia quella “naturale”), le lancette andranno portate alle 2.00, si va quindi un’ora indietro. Al mattino l’orario dell’alba sarà anticipato, per godere di maggiore luce durante il giorno.
Per il ritorno dell’ora legale, con più luce alla sera, bisognerà aspettare l’ultima domenica di marzo: si tireranno avanti le lancette il 29 marzo 2026. Allora staremo a letto un’ora in meno, tuttavia le giornate si “allungheranno” un po’.
Solare e legale: perché si cambia l’ora e da quando
Nel 2025 ha compiuto 60 anni la legge che istituì ufficialmente e in modo stabile il cambio tra ora solare e ora legale: nel 1965 la legge fissò che dall’anno successivo le lancette si sarebbero tirate avanti a primavera e indietro in autunno. Inizialmente durava solo 4 mesi, da maggio a settembre. Già in precedenza però i cittadini del Belpaese, a più riprese, avevano sperimentato questo passaggio di “fuso”. L’ora legale fu prevista per la prima volta dal Regno d’Italia nel 1916, per questioni legate alla guerra, e reintrodotta per altri 4 anni, poi ancora ricomparve tra il 1940 e il 1948.
Il motivo per cui ogni anno si fa il cambio, dall’ora solare all’ora legale, è legato principalmente a una questione di risparmio energetico: in primavera e in estate con questa modifica, si ha più luce durante il giorno, spostando l’orario del crepuscolo in avanti. Secondo Terna, la società che gestisce la rete elettrica in Italia, grazie a questo “trucco” l’anno scorso nei 7 mesi di ora legale si sono risparmiati 340 milioni di kWh pari a un risparmio di oltre 75 milioni di euro. Tra il 2004 e il 2024 si sono consumati circa 11,7 miliardi di kWh in meno, con un risparmio nelle bollette di circa 2,2 miliardi di euro.
L’abolizione dell’ora legale
Da qualche anno in Europa si discute sull’abolizione dell’ora legale. Il tema è piuttosto dibattuto, perché contrappone i Paesi mediterranei e quelli del Nord Europa, i più contrari al passaggio d’orario: la Commissione europea ha proposto la fine del cambio stagionale dell’ora, lasciando però ai Paesi membri la facoltà di decidere. Finora però non ci sono stati cambiamenti.
In Italia la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) e l’associazione no profit Consumerismo da anni hanno lanciato una petizione online per lasciare l’ora legale sempre tutto l’anno, sperimentando gli effetti dell’abolizione del cambio, che secondo molti esperti ha effetti negativi sulla salute.