venerdì, 13 Dicembre 2024
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Problemi a smettere di fumare? Ti aiuta l’ostetrica

Smettere di fumare è più facile se ti aiuta l'ostetrica. Ecco i dati di uno studio condotto dall'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica della Regione Toscana.

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Problemi col fumo? Ci pensa l’ostetrica.

IL PROGETTO. Per due anni le donne fumatrici hanno avuto un’opportunità in più per dire addio alle sigarette. A indicare loro una strada per liberarsi dalla dipendenza dal tabacco sono state le ostetriche, coinvolte in prima persona in un progetto di ricerca ideato e promosso da ISPO, l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica della Regione Toscana, e finanziato dal Ministero della Salute.

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GLI AMBULATORI. L’opera di persuasione non si è svolta in uno dei tanti centri anti-fumo presenti sul territorio, ma all’interno di un ambulatorio di ginecologia, nel corso di un colloquio personalizzato al termine del pap-test, l’esame che serve per rilevare la presenza di lesioni precancerose della cervice uterina. E i risultati del progetto, il primo di questo genere a livello mondiale, sono stati positivi: le donne che hanno ricevuto il counseling, sono riuscite a smettere di fumare in una percentuale doppia rispetto a quelle che non lo hanno ricevuto.  L’idea di partenza dello studio, denominato SPRINT, era quella di verificare la possibilità di utilizzare gli appuntamenti per effettuare il pap-test nell’ambito dei programmi di screening organizzati per proporre alle donne un percorso di liberazione dal fumo. A prendere parte al progetto, alcuni ambulatori della Asl 10 di Firenze, di ISPO, e anche di Aziende sanitarie del Piemonte e della Lombardia.

IL RECLUTAMENTO. In questi centri, nell’arco di due anni, le donne che avevano accettato di sottoporsi al controllo sono state invitate, mentre attendevano il loro turno in sala d’aspetto, a rispondere a un questionario. Si trattava, in primis, di individuare quali di loro fossero fumatrici, ma le domande messe a punto dai ricercatori erano soprattutto mirate a capire se e quanto le fumatrici fossero determinate a smettere. Così, chi ha dichiarato di essere disponibile ad essere aiutata a liberarsi dalla dipendenza, dopo aver concluso l’esame, ha potuto beneficiare di una vera e propria consulenza, perfettamente calibrata sul grado di motivazione emerso dall’analisi delle risposte del questionario. Dopo aver frequentato un corso di formazione, le ostetriche erano infatti in grado di modulare la loro strategia di convincimento in base alle caratteristiche della persona che, di volta in volta, si trovavano davanti. Alle donne che avevano espresso un sincero disinteresse per l’argomento, è stato semplicemente offerto un volumetto dal titolo “Donne attive e libere dal fumo”: un vademecum di consigli su come affrontare la “disintossicazione”. A coloro che, invece, avevano espresso un interesse più marcato sono stati rivolti consigli mirati.

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IL CONTROLLO. Sei-dodici mesi dopo il colloquio sono state poi ricontattate per verificare se erano davvero riuscite a smettere oppure a ridurre il numero di sigarette fumate ogni giorno. Lo scopo del progetto non era soltanto quello di ridurre nella popolazione femminile una delle abitudini più rischiose per la salute, ma anche di quello di verificare la possibilità di effettuare questa attività nell’ambito della routine degli screening da parte di personale che solitamente non si occupa di problematiche legate al tabagismo.

I DATI. I dati dello studio, pubblicati sulla rivista scientifica internazionale “BMC Public Health”, sono scaricabili al link: http://www.biomedcentral.com/1471-2458/11/906; http://www.biomedcentral.com/1471-2458/12/740)

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