Si è svolto, nella giornata di ieri, l’incontro tra il presidente della Regione Enrico Rossi e la delegazione cinese della città di Wenzhou sul tema dell’integrazione dei cittadini cinesi che risiedono a Prato.
PARTECIPANTI. Alla riunione hanno partecipato il presidente della Regione Rossi, l’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini e il direttore di Toscana Promozione Stefano Giovannelli. Per quanto riguarda la delegazione cinese, era presente il vice sindaco della città di Wenzhou, Meng Janxin, affiancato da una parte delle istituzioni e da una nutrita pattuglia di imprenditori.
OBIETTIVO. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di prendersi l’impegno, sia da parte della Regione sia da parte del vice sindaco cinese, di avviare un processo di integrazione economica, sociale e culturale dei cittadini cinesi residenti nell’area di Prato.
PROGETTO PRATO. La proposta di Rossi di mettere in pratica al più presto una collaborazione con le istituzioni asiatiche, parte dalla presa di coscienza che la maggior parte dei cittadini cinesi che vive in Toscana proviene dalla città di Wenzhou e per questo motivo si potrebbe dare il via all’elaborazione di un “progetto Prato” che potrebbe essere finanziato anche dall’Unione europea.
ENRICO ROSSI. Il presidente della Regione Rossi ha detto di essere convinto che la presenza dei cittadini asiatici nell’area di Prato rappresenti cosa positiva non solo per loro ma anche per i toscani e perciò lavorare ad un progetto di integrazione totale si configura come esigenza non solo fondamentale, ma di primaria importanza.
PROPOSTE CINESI. La risposta della delegazione cinese è stata positiva al punto di arrivare a proporre l’esposizione dei prodotti pratesi come quelli che rientrano nei settori dell’abbigliamento, della pelle, della meccanica, del tessile e della viticoltura, in aree appositamente messe a disposizione all’interno di show room e catene distributive della provincia e di tutta la Cina; Rossi, da parte sua, si è mostrato interessato a questo tipo di iniziativa anche perché la struttura dell’economia cinese che prevede piccole e medie imprese, molte delle quali a gestione familiare, è molto simile a quella pratese.