Grazie al Progetto Tanzania, promosso dalla Cooperativa agricola in collaborazione con la onlus Pangea di Scandicci, con la facoltà di Agraria di Firenze e i missionari italiani impegnati in Africa, un lembo di terra è stato strappato alla desertificazione e servirà ora all’approvvigionamento alimentare dell’ospedale San Gaspare di Itigi, l’unico vero presidio medico in una zona estremamente disagiata.
Il Progetto punta infatti a sostenere le iniziative di prevenzione, cura e sostegno sociale per i bambini orfani affetti da Aids o figli di genitori malati. A questo si è aggiunta negli ultimi mesi la realizzazione di una cantina sociale nella missione di Miyuji, per sostenere gli agricoltori locali.
“Siamo molto soddisfatti di come si sta sviluppando il progetto – spiega Simone Tofani, responsabile dell’area tecnica della Cooperativa agricola di Legnaia, appena rientrato dal paese africano –, la sperimentazione avviata in questi anni si è trasformata in una solida realtà e siamo riusciti a formare personale locale. All’ospedale di Itigi adesso si producono verdure e ortaggi vari, che serviranno per degenti e personale della struttura missionaria. Abbiamo individuato due varianti di mais e di girasole, oltre a una di fagioli, che stanno dando ottime rese. Molto bene anche la coltura del caiano, una leguminosa locale, e della jatropha, oltre all’agrumeto. Il passo più importante è stato quello di formare personale locale, con la collaborazione del nostro agronomo, Gabriele Maneo, tanto che in questi giorni sarà assunto un responsabile tanzaniano per il settore agricolo“.
“Procede bene anche la produzione della neo cantina sociale della missione di Miuji – prosegue Tofani -, grazie anche al buon lavoro dell’enologo Marco Puleo nei mesi scorsi. L’ultima vendemmia sta dando un vino di buona qualità e procede l’acquisto, a prezzi di mercato, dell’uva dai produttori locali. Questa iniziativa si sta trasformando in un elemento di sviluppo e sostegno economico per l’area. Anche qui siamo intervenuti portando strumentazioni e conoscenze tecniche, in modo da favorire un salto di qualità nella produzione e rendere possibile la commercializzazione sul mercato locale. Attualmente si producono circa 10 mila bottiglie e l’obiettivo è quello di raddoppiarle entro la fine dell’anno“.