domenica, 15 Dicembre 2024
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Province, in Toscana da 10 a 4. Ma Prato alza la voce: ”Mai con Firenze”

Approvato dal consiglio dei ministri il decreto che riduce le province italiane da 86 a 51. Ecco come cambia la Toscana: Firenze, Pistoia e Prato insieme, ma non solo. Convocato un consiglio comunale straordinario a Prato: ''Pronti ad azione eclatanti''.

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La “nuova” Toscana è servita: quattro province invece di dieci e accorpamenti che fanno già discutere.

LA “NUOVA” TOSCANA. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto che riduce le province italiane da 86 a 51. E anche in Toscana le novità non mancheranno: le province, come detto, scenderanno da dieci a quattro. Secondo il nuvo “disegno” si “salva” solo Arezzo, che rimane l’unica a se stante. Per il resto, saranno accorpate le province di Firenze-Pistoia-Prato, quelle di Siena-Grosseto e quelle di Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno.

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IL NO DI PRATO. Ma le reazioni arrivano subito. “Mai con Firenze, il governo non commetta il gravissimo errore di inglobare Prato nell’area metropolitana fiorentina”: con queste parole il presidente del consiglio comunale di Prato, Maurizio Bettazzi, annuncia la seduta straordinaria appena convocata per le 18.45 di oggi nel salone consiliare. “Siamo pronti a prendere in considerazione azioni forti ed eclatanti – aggiunge – contro un provvedimento ingiusto, incomprensibile e oltremodo dannoso per il nostro territorio, già martoriato da crisi economica e imponenti flussi migratori. La provincia e gli uffici territoriali dello Stato annessi e connessi non si toccano. Per questo chiederemo ai parlamentari eletti in Toscana di togliere immediatamente la fiducia al governo Monti”. Intanto, come forma di protesta, il sindaco Roberto Cenni ha ”ricevuto” alcuni giornalisti per un’intervista seduto sul wc di un bagno del Municipio. “Sarebbe indegno accostare il gonfalone della nostra città – ha spiegato Cenni riferendosi allo sfondo sul quale solitamente vengono registrate le interviste – a questa vergogna istituzionale”.

BARDUCCI. “La Città metropolitana deve nascere dal rapporto paritario tra Firenze, Prato e Pistoia per costruire insieme la nuova ‘governance’ di questa importantissima area della Toscana centrale”.  E’  questo il primo commento di  Andrea  Barducci, presidente della Provincia di Firenze, alle decisioni assunte dal governo in merito al riordino delle Province. “Il coinvolgimento di Firenze, Prato e Pistoia nella creazione della Città metropolitana è uno scenario che auspicavamo, per il quale abbiamo lavorato da anni e che ovviamente non ci coglie impreparati – spiega il presidente Barducci  – già da tempo le Province di Firenze, Prato e Pistoia hanno avviato intese e collaborazioni a livello istituzionale per ottimizzare il servizio ai cittadini: dalla gestione dei rifiuti, al turismo fino alla pianificazione dei parchi e della aree verdi. Un processo di collaborazione sempre più stretto che era stato sollecitato anche dal mondo economico più rappresentativo delle tre province”. “Ora dobbiamo lavorare tutti insieme – aggiunge Barducci – per  cogliere le importanti opportunità che si aprono per questa area della Toscana centrale che, lo ricordo, accoglie al suo interno  oltre un milione e mezzo di abitanti, e che genera oltre il 50% del  Pil regionale”. “A questo punto sarà fondamentale il rapporto di collaborazione con la Regione Toscana – precisa Barducci – per definire al meglio deleghe e sistema di governance. Credo che questo processo virtuoso appena iniziato debba continuare favorendo la fusione tra i Comuni”.

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UNCEM. “A parte il fatto che Arezzo sia riuscita per poco a mantenere la sua autonomia, per il resto trova sostanziale conferma l’idea iniziale del presidente Rossi delle tre aree vaste. Una decisione che sembra avere una sua logica, soprattutto nell’unire Prato e Pistoia a Firenze, creando una importante area centrale, nevralgica per tutta la Regione”: è questo il commento a caldo di Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana. “A questo punto spero che ogni ragionamento legato a logiche campanilistiche debba essere abbandonato – continua Giurlani – oltretutto le aree che si vanno a costituire sostituiscono le province, non i comuni. Quindi, per esempio, non capisco la grande avversità di Prato a stare insieme a Firenze. Qualche dubbio, casomai, può nascere dal concentrare nello stesso ente ben 4 delle attuali province, cioé Lucca, Massa-Carrara, Livorno e Pisa, anche se mi pare comunque una soluzione più omogenea e sostenibile di quanto non fosse quella che accorpava Pistoia e Prato all’area del nord della regione”.

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