Si è conclusa stamani, con 42 ordinanze di custodia cautelare (34 già eseguite), un’operazione antidroga dei carabinieri di Pontassieve, denominata “Inside”. In manette sono finiti 21 italiani e altrettanti stranieri perlopiù di nazionalità nord africana. Tra gli spacciatori figurano anche insospettabili imprenditori, mentre dodici minorenni tra i 16 e i 17 anni sono stati segnalati perché consumavano eroina.
L’INIZIO DELL’OPERAZIONE. Ed è proprio dai ragazzi minorenni che è partita l’indagine. Nel luglio del 2010 una pattuglia dei carabinieri stava effettuando un controllo in località Rufina quando ha scoperto un giovane in possesso di eroina: un episodio che ha fatto pensare a un ritorno della droga in auge negli anni ’70 e che ha spinto le forze dell’ordine ad approfondire le indagini.
SVENTATO PERICOLOSO GIRO DI DROGA. E’ partita così la lunga attività investigativa durata un anno fra Rufina, Pontassieve e Dicomano. Un’operazione che ha coinvolto circa 200 carabinieri, il nucleo cinofilo e il nucleo elicotteri per sorvegliare la zona sopra l’ex ospedale San Salvi, dove sono state arrestate due persone.
DAGLI OPERAI AI GRANDI IMPRENDITORI. Tra i pusher finiti in manette anche un imprenditore titolare di una pelletteria di Rufina e un funzionario di un’importante casa di moda, oltre a giovani tra i 19 e i 20 anni. Una droga che non fa distinzioni. I clienti degli spacciatori della Val di Sieve provengono infatti da diverse classi sociali e hanno età molto differenti fra loro. Si va dagli ‘storici’ tossicodipendenti agli studenti 16enni.
L’EROINA TORNA DI MODA. Ad attrarre i baby consumatori verso l’eroina (che viene fumata) è, secondo le forze dell’ordine, anche il fatto che sia molto più economica rispetto ad altri stupefacenti come la cocaina: bastano infatti solo 10 euro per procurarsi una dose.