“Per scongiurare la marginalizzazione dell’agricoltura – ha detto Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – la Toscana deve da un lato puntare in maniera più decisa e coerente su un’agricoltura competitiva, sostenendo il sistema delle imprese professionali rivolte al mercato, da quelle a dimensione familiare a quelle maggiormente strutturate, liberandone le potenzialità di sviluppo, di innovazione, di reddito; dall’altro lato deve favorire il mantenimento ed il potenziamento di quella funzione di presidio dell’ambiente e del territorio svolta dall’insieme del sistema dell’impresa diffusa che caratterizza l’agricoltura toscana”.
È necessario, secondo Pascucci, “un taglio netto ai vincoli ed alla burocrazia: nessuna attività imprenditoriale può supportare il peso economico di 110 giornate all’anno per sbrigare le pratiche burocratiche”. L’obiettivo, si legge in una nota, deve essere quello di ridurre il peso della burocrazia del 25% entro il 2012.
“Vanno poi fatti accordi di filiera – dice Pascucci – per la valorizzazione delle produzioni locali di qualità, e favorire varie forme di vendita diretta oltre ai mercati contadini”. Sulla promozione dell’agroalimentare, l’idea di Cia Toscana è chiara: “Sono troppi i soggetti che fanno promozione, vanno invece trovate strategie regionali che coinvolgano tutti i soggetti interessati, imprese ed enti pubblici”. Cia ritiene inoltre necessario che il comparto possa avere un maggiore accesso al credito, con forme più snelle, dinamiche e con strumenti ed interventi adeguati.