Tanta gente, tanti applausi e qualche battuta, come al suo solito. Era pieno il Mandela Forum per la tappa fiorentina del viaggio di Matteo Renzi da candidato alle primarie.
“CHIEDO SCUSA”. Una tappa iniziata con un “trio” che, sul palco, ha preceduto Renzi: il primo a prendere la parola è stato uno studente, seguito dal segretario de Pd di Empoli Brenda Barnini e dal sindaco di Scandicci Simone Gheri. Poi sul palco è salito Renzi. “La mia sinistra non è quella che perde”, ha detto, prima di fare un bilancio del viaggio che lo ha portato in giro per l’Italia. “Per questo devo chiedere scusa a qualcuno, per prima a mia moglie Agnese che è qui e che in questo periodo ha portato avanti la famiglia da sola. Mi sono domandato se dovessi chiedere scusa anche a Firenze, ultimamente sono stato meno del solito in città – ha continuato Renzi – e credo di sì, ma non per questa campagna elettorale. A Firenze possiamo e dobbiamo fare di più”.
IL VIDEO DELL’ENTRATA IN SCENA:
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FUTURO. Renzi scherza ripetendo le parole di Marchionne (“Firenze città piccola e povera”) e dal pubblico piovono fischi per l’ad di Fiat. Girando per l’Italia, spiega il sindaco rottamatore, si è fatto l’idea di un paese “rannicchiato, nel suo guscio, che ha paura del futuro: il nostro compito è rompere questo guscio”. Ripete che se perde le primarie non accetterà “premi di consolazione”, torna ad attaccare sulle regole delle primarie (“Sembra il gioco dell’oca per andare a votare: per dirla in fiorentino, ripigliatevi”), e annuncia, tra le altre cose, che se vincerà istituirà il servizio civile obbligatorio per i giovani.
“TEMPO SCADUTO”. Poi Renzi parla delle polemiche di questi giorni sulle primarie: “Per noi sarebbe facile rispondere agli attacchi personali con altri attacchi personali, ma non lo faremo”. “Amici della generazione precedente – lancia il suo messaggio Renzi – avete fallito e non vi basterà fare il lifting per non farvi riconoscere. Ci avete riempito di debito pubblico e preso in giro anche sull’anti-berlusconismo, senza riuscire nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi. Il vostro tempo è scaduto”. E giù una valanga di applausi.
“VITTORIA VICINA”. Sempre parlando delle primarie, Renzi assicura che “questa battaglia la possiamo vincere anche se cambiate le regole e mettete i lucchetti”, spiegando che “c’è bisogno di idee, organizzazione ed entusiasmo”. “La sconfitta ci può stare – conclude Renzi – ma la vittoria non è mai stata così vicina”.
ABBRACCI E STRETTE DI MANO. Poi Renzi conclude il suo discorso, scende dal palco e si fa un bagno di folla, tra abbracci, fotografie e strette di mano. Cerca in platea la moglie e la figlia e abbraccia anche loro. Poi pian piano il Mandela si svuota, fuori ad attendere il sindaco c’è il suo camper. Il viaggio in Italia non è ancora finito.
LE IMMAGINI DELLA SERATA (di Carolina Natoli):
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