Sale sul palco tra gli applausi, esce in un vero e proprio tributo, tra incitamenti, magliette col suo nome e cartelli che sventolano.
SUL PALCO. Renzi sale sul palco della Leopolda 2012 quando ormai è passato mezzogiorno, quando l’attesa in sala è altissima. Incassa l’applauso, applaude a sua volta e comincia a parlare. “Ho deciso di partecipare in prima persona dopo il voto amministrativo a Parma, dopo il ballottaggio perso con Pizzarotti”, racconta.
FUTURO. Non perde di vista un attimo l’appuntamento di domenica prossima, quello con le primarie, quello che nei mesi scorsi l’ha portato a girare col camper tra le province italiane. “Se le avessero ridotte prima avrei fatto meno fatica”, scherza. Domenica 25 novembre, secondo lui, i cittadini sono chiamati a una scelta: “Da una parte c’è l’usato sicuro, dall’altra chi vuole la rottamazione e l’innovazione. Domenica bisogna decidere il modello di futuro: noi lo vogliamo come gusto e come sfida, altrimenti l’Italia non avrà un futuro”.
VOLONTARI. Ringrazia i volontari, Renzi, quei volontari che poi chiamerà a un ultimo, grande sforzo per questa settimana che ancora resta prima delle primarie. “Abbiamo una brutta notizia per qualcuno – annuncia – noi le primarie le vogliamo vincere, serve all’Italia, serve al futuro, non ci accontentiamo del premio simpatia. Non si può voltare pagina con le stesse facce del passato”. La sala è strapiena, gli applausi tantissimi.
IL VIDEO:
{youtube}qiK_EXmZ6O4{/youtube}
CAMBIAMENTO. Dopo aver parlato di lavoro si sofferma a lungo sulla cultura: “Ci metteremo più soldi, spendendoli meglio di come sono stati spesi fino ad oggi”. Continua a togliersi qualche sassolino: “Perchè dovrei inseguire Casini e non andare a prendere direttamente noi i voti di chi l’altra volta ha votato per il centrodestra? Perché? Pierluigi (Bersani, ndr), perché?”. “Siamo gli unici – aggiunge Renzi – che possiamo andare al governo senza giustificazioni, gli unici che in questi venti anni non c’erano. Noi siamo il cambiamento che l’Italia sta aspettando”.
REGOLE. Ribadisce la sua indignazione per la decisione di non far votare alle primarie 16enni e 17enni, fa qualche battuta delle sue (“non ci chiami renziani – risponde a una voce che si era alzata dal pubblico – essere renziani ci dicono che sia una malattia, noi siamo gli entusiasti”), arringa il suo popolo: “Hanno cambiato le regole sbagliando, ma noi possiamo vincere anche con queste regole”.
L’APPELLO. Poi al suo popolo lancia l’appello finale: “Nell’ultima settimana dobbiamo andare casa per casa, porta per porta, a convincere la gente a fare un quarto d’ora di fila il 25 novembre”. Lancia ancora un messaggio al mondo della politica: “Non c’è più spazio per voi, cari partiti dei veti, cari Mastella, cari Diliberto”. Quando nomina di Pietro la Leopolda esplode in un “buuuuu”, poi ribadisce ancora una volta che “se perdo non accetterò premi di consolazione perché non voglio diventare come loro”. Fa un breve passaggio sui sondaggi (“un leader vero i sondaggi non li commenta, li cambia”), poi il suo intervento volge al termine: “Tutto questo – dice alla platea ormai caldissima – sembrava impossibile due Leopolde fa: oggi alla parola impossibile si può dare un calcio”.
LE IMMAGINI:
{phocagallery view=category|categoryid=505|limitstart=0|limitcount=0}
La tre giorni: Scattata la Leopolda 2012. Con vista sulle primarie / FOTO
Verso il 25 novembre: Primarie, 160 seggi elettorali tra Firenze e provincia: le ”istruzioni” e dove andare