Rubavano in Italia moto di grossa cilindrata per poi rivenderle in Ucraina a prezzi compresi tra i 500 e i 1.200 euro l’una. In manette sono finite sei persone, tutte di nazionalità ucraina, sottoposte a fermo, altre due sono ricercate.
IL TERRITORIO DI “CACCIA”. Una ventina i colpi che la banda, di base a Bologna, avrebbe messo a segno tra Firenze, Genova, Chiavari e la stessa Bologna.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, i malviventi agivano su commissione dei compratori ucraini: giravano le città del centro-nord Italia con un furgone finché non adocchiavano la “preda” e la caricavano sul loro veicolo.
IL “MERCATO”. Sempre di moto di grossa cilindrata si trattava, Ducati, Honda, Kawasaki, mezzi che la banda smontava per fare in modo che prendessero meno posto e poi portava oltre il confine, fino in Ucraina, dove li rivendeva a prezzi “popolari”: da 500 a 1.200 euro a moto.
L’ARRESTO. Finché lo scorso 9 luglio il furgone non è stato intercettato dalla polizia. A bordo sette moto, tra cui un paio sparite dalle strade fiorentine pochi giorni prima. Due uomini e una donna che viaggiavano sul furgone sono finiti subito in manette. Le indagini hanno poi condotto ad altri cinque ucraini. Per tutti è scattato il fermo.