Fumo, obesità, abuso di alcol, sedentarietà. Ecco gli elementi che minacciano la nostra salute: secondo l’Oms l’86% dei decessi e il 75% delle spese sanitarie in Europa e in Italia, dipendono da stili di vita scorretti. Ed è proprio in questo ambito che sono chiamate a rispondere le Società della salute. Lo ha ricordato oggi l’assessore regionale Daniela Scaramuccia, presentando i dati relativi alla valutazione delle 34 SdS toscane.
BERSAGLI CENTRATI. Il sistema di valutazione è lo stesso che viene utilizzato per analizzare la qualità della sanità toscana, messo a punto dal MeS (Laboratorio Menagement e Sanità del Sant’Anna di Pisa). Si tratta del primo anno (il bilancio si riferisce al 2009) in cui anche le SdS vengono sottoposte a questo “screening”. La maggioranza degli indicatori di performance si attesta su livelli medi, buoni o ottimi.
DOVE MIGLIORARE. Solo due indicatori si collocano nella fascia di scarsa performance, quelli relativi allo scompenso e all’ipertensione. Grande variabilità, invece, per quanto riguarda il disagio mentale, con dati che oscillano tra l’1% e il 25% di ricoveri psichiatrici ripetuti, l’attività fisica, con una percentuale di sedentari che va dal 9 al 59% e il fumo, con una quota dal 23 al 35% di fumatori abituali.
QUESTIONE DI PRIORITA’. ”Più che un bilancio si tratta di un punto di partenza – ha spiegato l’assessore al Diritto alla salute Daniela Scaramuccia – ci sono riflessioni da fare sulle singole priorità per ogni area, nella consapevolezza che ogni territorio deve fare azioni specifiche e mirate. Sulla costa, ad esempio, abbiamo maggiori problemi con gli stili di vita rispetto al centro”.