Sembrano le battute di una commedia, invece sono l’anticamera della tragedia. La scatola nera della Costa Concordia ha sveltato tutte le mezze verità dette nel corso degli scorsi mesi riguardo al naufragio che l’ha vista protagonista il 13 gennaio di quest’anno.
INCHINO, PROCEDURA STANDARD. Al contrario di quello che è sempre stato dichiarato dai protagonisti della vicenda, l'”inchino”, ovvero l’avvicinamento della nave all’isola, non solo era previsto ma era un’abitudine. Le registrazioni, di cui è in corso l’incidente probatorio e delle quali La stampa stamattina ha pubblicato alcuni stralci, dimostrano come il comandante Schettino (attualmente ai domiciliari con obbligo di dimora nel suo comune di residenza, Meta di Sorrento) sapesse già di doversi “inchinare” davanti all’isola.
“CH’AGGIO CUMBINATO”. Subito dopo aver urtato lo scoglio, si sente chiaramente uno Schettino preoccupato urlare: “Madonna mia, ch’aggio cumbinato”. E più tardi chiamare anche la moglie: “Fabì, ho finito la mia carriera di comandante. Abbiamo urtato su un basso fondale, la nave si è inclinata ma sto facendo una bella manovra. E’ tutto sotto controllo”. E invece tutto sotto controllo non era, tant’è che mentre il capitano scendeva dalla nave, 32 persone perdevano la vita e la Costa Concordia rimaneva adagiata sul fondale a due passi dal porto dell’isola del Giglio. Ma questa, è una storia risaputa.
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