Una ragazza di vent’anni circa, chiusa a chiave in una stanza, ridotta quasi in schiavitù. Questa mattina la polizia municipale ha controllato tre laboratori cinesi in zona Peretola-Quaracchi. “Abbiamo trovato condizioni spaventose – commenta il sindaco Matteo Renzi – e pare che i capannoni siano di italiani che affittano in larga parte in nero”.
RATTI. Il piano terra utilizzato come laboratorio di produzione di oggetti di pelletteria, il soppalco trasformato abusivamente in numerosi e piccolissimi monolocali. È quanto hanno trovato gli agenti di Polizia Municipale nel corso di un controllo in un capannone artigianale in via Ugo La Malfa. Il laboratorio, gestito da cittadini cinesi, è apparso immediatamente in condizioni igienico-sanitarie particolarmente critiche soprattutto nella parte destinata, senza nessuna autorizzazione, alle abitazioni dei lavoratori e delle loro famiglie, tra cui alcuni bambini. Oltre agli alimenti conservati in modo improprio, gli agenti hanno trovato numerose tracce della presenza di ratti.
SCHIAVA. Una situazione simile si è presentata anche in un altro capannone, in via dei Giunchi, sottoposto a controllo nel corso della mattina. Anche in questo laboratorio le attività di produzione coesistevano con i locali destinati al ricovero dei lavoratori e dei loro familiari, ricavati con divisioni totalmente abusive. Qui gli agenti hanno inoltre trovato, dietro una porta chiusa a chiave, una ragazza cinese di una ventina di anni. Sono in corso gli interrogatori e le indagini: il reato ipotizzato è sequestro di persona. Per questi due capannoni è scattato il sequestro preventivo per violazione delle normative urbanistiche. L’intervento della Polizia Municipale è proseguito anche in un terzo capannone in via Buozzi dove si producono oggetti in pelle: qui non sono stati rilevati abusi edilizi né condizioni igienico-sanitarie critiche.
SENZA PERMESSO. In totale i cittadini cinesi trovati nei laboratori sono una quarantina, di cui sei non in regola con i permessi di soggiorno. Insieme agli agenti della Polizia Municipale (nuclei annona, edilizia, sicurezza urbana e antidegrado) era presente personale della direzione sicurezza sociale per eventuali interventi soprattutto a garanzia dei minori e dell’Azienda sanitaria di Firenze.
IN NERO. Gli accertamenti della Polizia Municipale sono ancora in corso e si concentreranno, tra l’altro, sull’aspetto fiscale a carico dei proprietari dei capannoni, di nazionalità italiana. Pare, infatti, che i capannoni siano di proprietà di cittadini italiani, per larga parte affittati in nero.