giovedì, 25 Aprile 2024
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Scoperta una falsa cieca: lavorava come bidella / VIDEO

La donna ha fatto credere di essere affetta da cecità assoluta per usufruire della pensione di invalidità e degli assegni di accompagnamento.

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Scoperta una falsa cieca: percepiva la pensione di invalidità ma lavora come bidella presso una scuola.

DUE CONIUGI. Questa mattina i finanzieri della Compagnia  della Guardia di Finanza di Empoli hanno dato esecuzione a due misure cautelari personali (arresti domiciliari) emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Firenze – dott. David Monti – su richiesta del P.M., dott. Leopoldo Di Gregorio. I destinatari delle misure cautelari sono due coniugi, una donna e un uomo, indagati per truffa aggravata (in concorso) e falso materiale, per aver tratto in inganno i sanitari chiamati a effettuare visite di controllo/revisione finalizzate ad accertare la sussistenza e la permanenza dei requisiti necessari per ottenere la “pensione di invalidità”.

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TRUFFA. La donna, in varie occasioni, ha fatto credere ai sanitari di essere cieca per ricevere la pensione di invalidità e l’assegno di accompagnamento. Sulla base dell’accertato stato di “cecità assoluta” l’INPS, dall’aprile 2005 in poi, ha erogato la somma totale di 87.314 €. La donna, peraltro, alterando il verbale di accertamento dell’handicap (barrando la voce “persona handicappata con situazione di gravità”, non presente nella copia dell’ASL di Empoli), ha peraltro indotto i dirigenti di 3 strutture scolastiche di Empoli (presso cui prestava collaborazione a tempo determinato) a concederle permessi retribuiti per un totale complessivo di 110 giorni.

IL VIDEO DELLA GUARDIA DI FINANZA:

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{youtube}JEdRhSfhTbU{/youtube}

 

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IL MARITO. Il marito della donna, peraltro, si è sempre prestato ad accompagnare la coniuge così da creare l’apparente necessità dell’ausilio di un accompagnatore, indispensabile per una persona “incapace” di muoversi autonomamente.

BIDELLA. Le indagini svolte dalle fiamme gialle empolesi hanno permesso di accertare, in  modo inequivocabile, che la donna non è affetta da cecità assoluta e, anzi, svolge le normali mansioni di “bidella” in un istituto scolastico. Durante tale attività lavorativa la stessa ha svolto regolarmente le sue mansioni (come attività di pulizia, vigilanza e custodia locali, assistenza agli alunni in casi di momentanea assenza delle insegnanti), relazionandosi normalmente con altre persone del suo contesto lavorativo senza alcuna difficoltà e in completa autonomia. La donna, contando sulla compartimentazione della Pubblica Amministrazione, ha sempre ritenuto di poter tenere distinta la sua attività lavorativa dalla pratica di pensione di invalidità. Però le cose sono andate diversamente, infatti la donna, in previsione della possibilità di modificare il suo rapporto di lavoro (da tempo determinato a indeterminato), è stata chiamata ad effettuare la visita medica presso l’ASL 11 di Empoli. Ovviamente nell’occasione della visita la stessa ha manifestato tutto l’interesse a risultare idonea ai fini dei requisiti fisici, tanto che, a seguito della apposita visita, il visus è risultato nella norma, mentre gli occhiali che indossava sono stati dichiarati da “riposo”. Il medico della ASL di Empoli, rilevata la discrasia, ha segnalato i fatti alla Guardia di Finanza innescando i conseguenti accertamenti.

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